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L’Europa si attrezza per sbarrare la strada al ritorno della tubercolosi

La minaccia delle infezioni respiratorie, la scommessa risiede nella diagnostica di laboratorio al fine di individuare farmaci efficaci contro i micidiali micobatteri

21/08/2022 - di Alessandro Malpelo
tubercolosi torace

Le infezioni respiratorie, come insegna la pandemia, sono minacce serie, e in Europa riappare anche la tubercolosi, cui si devono imputare oltre 10 milioni di nuovi casi e 1,5 milioni di decessi in un anno nel mondo. La pandemia ha riportato alla ribalta anche la tubercolosi, come emerso dal meeting annuale della Società Europea di Micobatteriologia che si è tenuto a Bologna. Specialisti provenienti da ogni parte del nostro continente, dal Nord America e dall’Africa (infettivologi, pneumologi, microbiologi, tecnici di laboratorio), si sono ritrovati per discutere delle ultime conoscenze in tema di malattie da micobatteri e in particolare della tubercolosi, congresso patrocinato da Amcli, la società scientifica che riunisce i microbiologi clinici italiani. L’attualità in questo campo riguarda vaccini, terapie, biomarcatori, sequenziamento del genoma, raccolta e analisi di campioni biologici, sorveglianza e patogeni emergenti.

 

Sorveglianza

La pandemia ha avuto un effetto drammatico sul controllo della tubercolosi a livello globale e per la prima volta in 7 anni i medici hanno assistito a un incremento dei decessi per questa malattia causata da micobatteri, spesso resistenti alle terapie antibiotiche, anche le più sofisticate. L’emergenza Covid ha messo in moto anche contromisure importanti, come dimostra l’innovazione nella diagnostica, si sono perfezionate strategie innovative per la raccolta e l’analisi di campioni biologici da utilizzare per la sorveglianza non solo della tubercolosi ma anche di nuovi patogeni.

 

Genomica

“Viviamo in un momento importante nel campo della lotta alla tubercolosi, i recenti flussi migratori conseguenti all’invasione dell’Ucraina, paese ad alto tasso di tubercolosi resistente ai farmaci, ci dicono di tenere alta la guardia”, avverte Daniela Maria Cirillo, capo dell’unità patogeni emergenti dell’Ospedale San Raffaele di Milano e coordinatore del gruppo di lavoro dei micobatteri AMCLI. “Abbiamo un buon numero di nuovi farmaci che permetteranno trattamenti meno tossici. Paradossalmente, nonostante la rivoluzione genomica, abbiamo ancora da lavorare per sviluppare diagnostici da utilizzare per un impiego corretto dei nuovi farmaci”.

 

Eradicazione

“Nella lotta alla tubercolosi, come per altre gravi malattie infettive, assistiamo a progressi che fanno fatica a incidere sull’eradicazione definitiva della malattia. Su questo dobbiamo tutti focalizzare il nostro impegno. Il primo passo concreto nel contrasto alla diffusione della tubercolosi – avverte in conclusione Pierangelo Clerici, presidente AMCLI nonché direttore della Microbiologia nell’A.S.S.T Ovest Milanese – risiede nella capacità di intercettare, diagnosticare e analizzare ogni singolo caso. La microbiologia clinica italiana accetta la sfida e si dichiara pronta a sviluppare reti di controllo sempre più strette e integrate”.

 

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