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Troppi fritti possono scatenare ansia e depressione

Come l'acrilammide influenza il cervello

05/05/2023

Che i cibi fritti non siano corroboranti per la salute è fatto assai noto. Ora, un ampio studio condotto all’Università di Zhejiang in Cina, che ha coinvolto oltre 140 mila individui – pubblicato sulla rivista Pnas – indicherebbe che abusare di cibi fritti potrebbe favorire ansia e disturbi depressivi. Alla base ci sarebbe un meccanismo biologico che spiega come i fritti, in particolar modo le patatine, possano favorire i disturbi mentali.

 

Gli esperti, in laboratorio, hanno notato che l’esposizione cronica all’acrilammide, un sottoprodotto del processo di frittura (di cui sono ricchi i cibi fritti) già più volte chiamato in causa per i suoi effetti sulla salute, induce disturbi del metabolismo dei grassi nel cervello e neuroinfiammazione. In particolare, l’esposizione cronica all’acrilammide disregola il metabolismo degli sfingolipidi e dei fosfolipidi, che svolgono un ruolo importante nello sviluppo di sintomi ansiosi e depressivi. Inoltre, è emerso che l’acrilammide promuove  lo stress ossidativo (con formazione di radicali liberi), che partecipano allo sviluppo dei sintomi di ansia e depressione, provocando neuroinfiammazione cerebrale.

 

Non è la prima volta che la scienza si avventura in questo territorio: diverse ricerche, in passato, hanno messo in relazione le diete occidentali con la salute mentale. Tuttavia, gli effetti a lungo termine del consumo abituale di cibi fritti sull’ansia e la depressione e i meccanismi sottostanti rimanevano poco chiari. “Il nostro studio – scrivono gli autori – basato su una popolazione di 140.728 persone, ha rivelato che il consumo frequente di cibi fritti, in particolare di patate fritte, è fortemente associato a un rischio maggiore del 12% e del 7% rispettivamente di ansia e depressione. A rischiare di più i sono i giovani consumatori di sesso maschile.”

 

Questi risultati, sia dal punto di vista epidemiologico sia sul fronte dei meccanismi di base coinvolti,
forniscono una forte evidenza di quale sia il meccanismo dell’ansia e della depressione innescato dall’acrilammide e sottolineano l’importanza di ridurre il consumo di cibi fritti per la salute mentale, concludono gli autori del lavoro.