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Tecniche innovative per salvare un cuore in affanno

Coronarie e valvola aortica compromesse: sperimentata con successo una nuova procedura interventistica combinata

17/04/2022

L’équipe di emodinamica e cardiologia interventistica guidata da Alfredo Marchese, luminare del gruppo sanitario ospedaliero GVM Care&Research, ha ricevuto un importante riconoscimento dalla rivista della Società Europea di Cardiologia. Sull’European Heart Journal è stato descritto un intervento innovativo su due candidati alla sostituzione della valvola aortica con un quadro clinico assai complesso. I pazienti, due uomini di 78 e 79 anni, presentavano entrambi una stenosi aortica severa, e una grave malattia coronarica del tronco comune, che andavano risolte prima di procedere alla TAVI, la procedura mininvasiva di riparazione del logoramento valvolare. Parliamo di soggetti fragili che solo alla luce delle evidenze attuali possono essere recuperati e avviati in sicurezza alla terapia cardiochirurgica mininvasiva.

 

Intervento preliminare

“Per poter procedere in sicurezza sulla valvola aortica – spiega lo specialista – era necessario trattare le stenosi coronariche calcifiche. L’impiego di palloni ad alta pressione, o di sistemi tradizionali di ablazione della placca calcifica (Rotablator), avrebbero aumentato il rischio di complicanze fatali. Da qui la scelta di adottare la metodica Shockwave per dissolvere in modo controllato la placca, con ultrasuoni”. L’intervento apripista, eseguito nell’Ospedale Santa Maria di Bari, si presentava più complesso per via della grave compromissione della funzione ventricolare. L’Heart Team di GVM Care&Research ha messo in atto, per la prima volta in maniera combinata, la circolazione extracorporea, un contropulsatore aortico e la litotrissia coronarica, poi la sostituzione della valvola aortica tramite TAVI.

 

Emodinamica

L’extracorporea (ECMO) ha assicurato la stabilità cardiocircolatoria assicurando la perfusione degli organi. Per alleggerire il carico sul ventricolo sinistro compromesso i pazienti sono stati collegati all’ECMO in sinergia con un contropulsatore intra-aortico, una sorta di pompa che supporta il lavoro del cuore stressato dalle procedure. Questo sistema permette la massima assistenza ventricolare, senza mai impegnare la valvola aortica ancora calcifica e stenotica come invece necessario con altri sistemi alternativi di supporto ventricolare.

 

Litotrissia intravascolare

Era necessario trovare la modalità meno rischiosa per trattare con efficacia le coronarie calcifiche gravemente stenotiche. La litotrissia intravascolare, sfruttando le onde d’urto, permette di intervenire sulla calcificazione con fratture controllate, minimizzando la distruzione della placca e il rischio di embolizzazione distale (occlusione di vasi sanguigni periferici) e dunque di ischemia massiva e grave insufficienza ventricolare sinistra. Inoltre, questo trattamento garantisce poi un perfetto impianto dello stent coronarico.

 

Sostituzione valvolare

La sostituzione della valvola aortica con tecnica percutanea mediante TAVI consente un approccio mininvasivo, senza sternotomia, con benefici per il paziente nel post operatorio che vede una ripresa più rapida rispetto alla chirurgia tradizionale. “Assistiamo a una riduzione del rischio operatorio – conclude il direttore Alfredo Marchese, nella foto sotto – per quei pazienti complessi che spesso hanno complicanze o lungodegenze e abbiamo l’opportunità di trattare anziani con comorbidità che altrimenti non sarebbero operabili”. A distanza di oltre 8 mesi dagli interventi i pazienti stanno bene e continuano a sottoporsi ai regolari controlli.