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Stop alla caduta dei capelli, Ema approva farmaco per l’alopecia

Passi avanti nella lotta alla calvizie: prima terapia in Europa riconosciuta efficace nei confronti di una grave forma di diradamento

04/07/2022 - di Alessandro Malpelo

Stop alla caduta dei capelli con un medicinale, baricitinib, approvato dall’agenzia regolatoria della Ue, prescrivibile dal medico per l’alopecia areata. Dici alopecia e tutti pensano alla calvizie, ma sono cose leggermente diverse. La calvizie androgenetica è quel diradamento caratteristico degli uomini, legato all’azione degli ormoni maschili, che colpisce i follicoli capilliferi di individui con una speciale predisposizione genetica, soggetti che quindi appaiono stempiati già in giovane età, e possono perdere i capelli diventando quasi completamente calvi anche nel giro di pochi anni. Esiste poi una caduta dei capelli transitoria, per cause iatrogene, effetto della chemioterapia in corso di trattamenti antitumorali.

 

Diradamento a chiazze

L’alopecia propriamente detta è invece un diradamento a chiazze, i capelli cadono a ciocche nelle aree colpite, come isole che lasciano scoperta la cute, e il meccanismo patogenetico in buona parte sconosciuto è legato al malfunzionamento del sistema immunitario. Spesso chi soffre di alopecia areata, per ricoprire gli inestetismi, ricorre alle protesi professionali e ad altri coadiuvanti (vanno per la maggiore i prodotti CRlab) assicurandosi una buona resa estetica; le donne in special modo, ma anche tanti adolescenti e adulti, riescono così a riconquistare la loro naturale fisionomia. Questi diradamenti da alopecia tuttavia sono proteiformi, le chiazze possono estendersi, migrare o rimodellarsi, le soluzioni palliative o la psicoterapia antistress si può rivelare ininfluente. Chi indossa capelli a contatto potrebbe dover aggiornare all’occorrenza il perimetro della calotta che copre l’estensione delle parti glabre, se vuole mantenere un look ordinato quando si passa la mano tra i capelli.

 

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Farmacologia

La lotta alla calvizie è un’impresa titanica ancora oggi. La buona notizia è che l’industria farmaceutica americana ha perfezionato una terapia e l’Ema (European Medicine Agency) l’ha autorizzata, quindi è stata riconosciuta la validità di un farmaco immunologico, Baricitinib, per il trattamento dell’alopecia areata grave negli adulti. Baricitinib, è un inibitore di janus chinasi che ha già dato ottimi risultati in reumatologia. Oggi è il primo farmaco riconosciuto efficace dall’Unione Europea nel diradamento da alopecia, quindi entra a pieno titolo nei protocolli in dermatologia: il 40 per cento dei pazienti con alopecia areata trattati con baricitinib a 36 settimane ha raggiunto l’80 per cento di ripristino della copertura del cuoio capelluto e il 75 per cento di questi ha raggiunto il 90 per cento di estensione della capigliatura, si legge in un comunicato di Eli Lilly e Incyte.

 

Studi clinici

I risultati dello studio confermano l’efficacia di baricitinib anche a 52 settimane come emerso dall’ultimo meeting annuale della American Academy of Dermatology. L’alopecia areata è una malattia autoimmune che causa una perdita acuta di capelli di gravità variabile, che va da alcune chiazze glabre fino alla perdita completa di tutti i capelli. Può colpire pazienti di qualunque etnia, a tutte le età, ha scritto Bianca Maria Piraccini, direttore Dermatologia e Venereologia all’Università di Bologna. “Per la prima volta in assoluto viene autorizzata dall’Ema una terapia per l’alopecia areata severa nei pazienti adulti – aggiunte la specialista – io sono entusiasta del potenziale di questo farmaco somministrabile per os (cioè che si prende per bocca, ndr) visti i risultati statisticamente significativi riportati negli studi clinici di fase III”

 

Risvolti psicologici

“Questa patologia ha un notevole impatto emotivo, psichico e sociale sulle persone”,  afferma Claudia Cassia, presidente dell’Associazione no profit Alopecia & Friends . “Molti pazienti sperimentano ansia e depressione a causa della perdita dei capelli, sopracciglia, ciglia, da cui deriva un forte condizionamento nella loro vita privata, sociale e professionale, dovuto alla mancanza di comprensione della patologia molto diffusa a tutte le età, purtroppo anche in quella scolastica. Ci auguriamo che questa approvazione sia il primo passo verso il riconoscimento dell’alopecia areata come malattia cronica e, quindi, verso una nuova presa in carico e gestione dei pazienti”.

 

Svolta nella ricerca

Baricitinib rappresenta una svolta importante nella ricerca di terapie per i pazienti con alopecia areata, i quali in assenza di rimedi specifici avrebbero la sola possibilità di ricorrere a soluzioni cosmetiche o sottoporsi ai trattamenti off label, con qualche rischio. “Gli studi sui JAK inibitori hanno acceso l’interesse per questa patologia e portato a una migliore comprensione della sua patogenesi, dei bersagli terapeutici e degli effetti sui pazienti”, ha osservato Ketty Peris, professore ordinario di dermatologia e venereologia, direttore della dermatologia del Policlinico Gemelli di Roma oltre che presidente della Società Italiana di Dermatologia (SIDeMaST). Come è accaduto per altre malattie infiammatorie croniche della pelle dopo la comparsa dei farmaci biologici, ci auguriamo che gli studi (pubblicati nel New England Journal of Medicine)  siano la prima di una lunga serie di nuove terapie mirate per questa patologia a lungo trascurata”.

 

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