Uno studio scientifico rivela che il tempo trascorso stando seduti e i sintomi legati alla depressione sono strettamente correlati
I comportamenti sedentari sono collegati alla salute mentale e non alzarsi dalla scrivania, dal letto o dal divano per troppo tempo ha influenze negative non solo sul fisico ma anche nel modo in cui gli individui pensano, sentono e percepiscono il mondo. Con il rischio che ansia e depressione si manifestino in percentuali più elevate rispetto a chi ha una vita attiva. È questo il risultato al quale sono arrivati i ricercatori della Iowa State University nel loro studio, appena pubblicato sull’International Journal of Environmental Research and Public Health.
Che la pandemia abbia costretto tante persone a passare molte più ore del solito a casa, magari seduti alla scrivania, è cosa ben nota. Quello che non era scontato è che il tempo in più trascorso senza alzarsi abbia conseguenze negative non solo fisiche ma anche mentali. Molte persone in tutto il mondo hanno continuato a passare molto tempo sedute anche dopo la fine del lockdown, entrando in un circolo vizioso di depressione e sedentarietà da cui pare sia abbastanza difficile uscire.
Gli scienziati dell’Università americana hanno esaminato nel loro studio la correlazione fra l’attività fisica e i comportamenti sedentari. E hanno visto come cambiare le proprie abitudini influenzi il modo in cui ragioniamo e ci relazioniamo con il resto del mondo.
Per avere un’istantanea di questi cambiamenti, il team di ricercatori americani ha intervistato più di 3 mila individui. Chi partecipava al sondaggio doveva riferire il tempo in più trascorso stando seduti, magari davanti a uno schermo, rispetto ai tempi pre-pandemia. Utilizzando delle scale cliniche gli studiosi hanno poi rilevato i cambiamenti nel loro benessere mentale, legati soprattutto all’insorgenza di sintomi depressivi e di ansia.
I partecipanti hanno compilato lo stesso sondaggio ogni settimana tra aprile e giugno e i dati raccolti nell’indagine scientifica hanno dimostrato che gli individui che solitamente rispettavano le linee guida sull’attività fisica degli Stati Uniti (cioè 2,5-5 ore di attività fisica da moderata a intensa ogni settimana) prima che la pandemia riducesse la loro attività fisica, si sentivano bene, ma con lo scattare delle restrizioni hanno diminuito del 23% il tempo dedicato allo sport, finendo per accusare stati di ansia e depressione. Molti non ne sono ancora usciti.
“Nello studio, durato otto settimane – spiegano i ricercatori – si evince che in media le persone hanno visto migliorare la loro salute mentale e si sono adattate alla vita durante la pandemia. Le persone che invece hanno continuato a stare sedute a lungo hanno amplificato i sintomi depressivi e non si sono riprese allo stesso modo delle altre”.
Gli studiosi suggeriscono anche alcune linee guida per il comportamento. “Le persone che lavorano da casa – si legge a conclusione del paper – possono provare a camminare intorno all’isolato prima e dopo la giornata lavorativa per imitare il loro pendolarismo pre-pandemia. L’attività fisica può giovare alle persone fisicamente e mentalmente e aiutare ad aggiungere struttura alla giornata, limitando il manifestarsi di sintomi legati all’ansia e alla depressione”.