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Spiagge sicure, regole salvavita. Accortezze al mare e in piscina

Prevenire lo shock termico e il blocco della digestione. Rischio tuffi tra gli scogli

10/08/2022 - di Antonio Alfano

La stagione estiva, complice il caldo torrido, spinge a cercare refrigerio bagnandosi in ogni modo, in piscina, al mare, a bordo lago e sulle rive dei corsi d’acqua. La prudenza è d’obbligo, il rispetto di semplici regole consente di non mettere a rischio la sicurezza e a volte la vita propria e degli altri. Se si è accaldati, evitare il cosiddetto shock termico provocato dal rapido passaggio dal caldo al freddo. Il rischio è legato alla differenza di temperatura dell’acqua rispetto a quella del corpo umano di circa 37 gradi. Tra l’altro, l’ondata di caldo estivo ha fatto aumentare la temperatura dell’acqua del Mediterraneo, che ha raggiunto i 26-28 gradi, rispetto alla solita media 18-25.

 

Svenimenti

Tuffarsi, soprattutto dopo una prolungata esposizione al sole, può provocare veri e propri shock che influiscono sull’organismo con alterazioni, anche gravi, della funzione cardiorespiratoria, con perdita della conoscenza, sincope e arresto cardiaco. Il rischio aumenta quando la temperatura dell’acqua è al di sotto dei 18 gradi centigradi, e si riduce notevolmente quando è al disopra dei 22°C. E’ prudente uscire dall’acqua ai primi sintomi di freddo o altri disturbi fisici.

 

Crampi

Prima di una nuotata valutare la propria efficienza fisica. Ciò per evitare che si verifichino effetti fisici,come crampi o stanchezza ai quali, in caso di difficoltà, si può associare anche la paura, aumentando i rischi di annegamento. Sarebbe preferibile, quindi bagnarsi in compagnia. In caso di difficoltà un’altra persona potrebbe darci una mano. Attenzione ai bambini, evitando di perderli di vista, soprattutto nelle piscine, comprese quelle gonfiabili, che con la loro tranquillizzante apparenza di luoghi sicuri, fanno abbassare la guardia di fronte a possibili pericoli.

 

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Tuffi e digestione

Dopo i pasti aspettare tre ore prima di fare il bagno evitando bevande alcoliche e digiuni prolungati. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, in Italia ogni anno circa mille persone sono vittime di inconvenienti in acqua, rispetto alle 35mila in tutta Europa, con un tasso di 44 decessi per ogni milione di abitanti. Ci vuole prudenza anche nel tuffarsi, specie se non si conosce bene la profondità dell’acqua. Se si urta contro il fondo o si finisce sugli scogli, c’è il rischio di riportare gravi traumi o postumi invalidanti per lesioni alla testa e al collo.

 

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