Primi test di un device impiantabile, studio della Northwestern pubblicato su Science. Neuropatie dolorose, il long-Covid le aggrava
Un dispositivo per togliere il dolore senza impiegare farmaci. In uno studio pubblicato su Science, un gruppo di ricerca della Northwestern University ha descritto un device impiantabile, morbido e flessibile, che si allaccia ai nervi periferici e li raffredda in modo mirato, rallentando la trasmissione dei segnali dolorosi al cervello: realizzato con materiali riassorbibili, si accende così una nuova speranza per il trattamento del dolore post-operatori.
«La nostra tecnologia – ha affermato il bioingegnere John A. Rogers, capofila del progetto – sfrutta meccanismi simili a quelli che provocano l’intorpidimento delle dita quando sono fredde. L’impianto consente di produrre un effetto analgesico programmabile, diretto su nervi specifici». Man mano che si raffredda un nervo, i segnali dolorosi che trasmette diventano sempre più lenti, fino a fermarsi completamente.
Un’altra notizia dal mondo della ricerca sul dolore cronico legato alle terminazioni nervose viene dal Regno Unito: in una fetta di pazienti, alcuni sintomi neurologici e psichiatrici da Covid-19 possono protrarsi per oltre due anni dopo la guarigione. È il dato che emerge da uno studio condotto da ricercatori della University of Oxford pubblicato su Lancet Psychiatry. Sin dalle prime fasi della pandemia, è noto che Covid-19 è associato a un aumentato rischio di sequele neuropsichiatriche – scrivono i ricercatori – Tuttavia, a più di due anni dalla diagnosi del primo caso, tre importanti punti rimangono senza risposta, e dovranno essere chiariti: innanzitutto, non sappiamo se o quando i rischi di diversi esiti post-Covid-19 tornino al valore di base; in secondo luogo, il profilo di rischio nelle diverse fasce di età; terzo, se i profili di rischio sono cambiati o meno con l’emergere di diverse varianti.