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Sigarette, il fumo di terza mano mette a rischio la salute della pelle?

Un nuovo studio suggerisce che il contatto con le sostante provenienti dalla combustione del tabacco potrebbe provocare dermatiti, psoriasi e altri problemi cutanei

09/11/2022

Il fumo passivo delle sigarette? Un serio rischio per la salute dei polmoni, ma probabilmente anche per quella della pelle. A suggerirlo è uno studio pubblicato sulla rivista eBioMedicine, che ha cercato di approfondire gli effetti del cosiddetto “fumo di terza mano”, ossia l’insieme di sostanze chimiche prodotte dalla combustione del tabacco e destinate a depositarsi sulle superfici circostanti, che potrebbero favorire l’insorgere di malattie dermatologiche

Motivati dalla scarsità di informazioni sul tema rintracciabili in letteratura scientifica, i ricercatori della University of California, Riverside hanno allestito un piccolo esperimento con dieci adulti sani non fumatori, di età compresa tra i 22 e i 45 anni. A ciascuno è stato chiesto di indossare degli indumenti contaminati da fumo passivo per un arco di tempo di tre ore, con l’obbligo aggiuntivo di trascorre 15 minuti su un tapis roulant ogni ora, in modo da favorire l’assorbimento delle sostanze attraverso la sudorazione.

L’analisi dei campioni di sangue e urina prelevati dai volontari ha evidenziato la significativa presenza di biomarcatori legati a processi infiammatori che interessano solitamente la pelle. Nello specifico sono state identificate delle molecole rivelatrici di elevati danni ossidativi a carico del DNA e importanti cambiamenti in alcune specifiche proteine ematiche. Tutte le alterazione erano riscontrabili fino a 22 ore dall’esposizione al fumo di terza mano; al contrario non sono stati osservate variazioni degne di nota nei test di controllo in cui i soggetti avevano addosso dei vestiti puliti.

Per quanto si tratti di risultati preliminari condizionati da una coorte ristretta, gli autori intravedono una similitudine tra la risposta immunitaria misurata nei fumatori di sigarette e quella scatenata dal fumo di terza mano. Nonostante nessuna delle persone coinvolte abbia sviluppato una qualche forma conclamata di malattia della pelle, l’equipe ipotizza che il contatto con i residui della combustione potrebbe causare problemi di salute più avanti nel tempo. “Le esposizioni al fumo di terza mano sono state brevi, non hanno causato irritazioni cutanee ed è improbabile che abbiano indotto patologie dermatologiche”, si legge nel report; “tuttavia i biomarker associati all’insorgenza di dermatiti da contatto, psoriasi e altre condizioni cutanee sono risultati elevati”.

In conclusione i ricercatori sottolineano che la pelle appare molto suscettibile ai pericoli del fumo passivo, soprattutto perché è l’organo più esteso negli esseri umani ed è impossibile proteggere ogni parte del corpo. “Se acquisti un’auto usata in precedenza da un fumatore, potresti mettere a rischio la tua salute […] Lo stesso vale se alloggi in una camera d’albergo precedentemente occupata da un fumatore”, ha dichiarato la biologa Prue Talbot, prima autrice dello studio.

Talbot e colleghi confidano di ripetere i test su gruppi più numerosi e per un lasso di tempo più ampio. Inoltre sono intenzionati ad allargare l’orizzonte del proprio lavoro, verificando se qualcosa di simile è riscontrabile anche con i composti rilasciati dalle sigarette elettroniche.