Con il sostegno di:

Seno, le opzioni dopo l’intervento

I progressi della chirurgia e nuove tecnologie dei biomateriali offrono buoni risultati alle pazienti oncologiche

23/01/2022 - di Alessandro Malpelo

La mammella è un organo che si carica di significati profondi: allattamento, seduzione, identità di genere, per questo un nodulo mammario da asportare, la diagnosi di tumore al seno, comporta un turbamento profondo. La sensibilità che oggi accompagna la senologia è in gran parte frutto della cultura portata avanti dal gruppo di Umberto Veronesi allo IEO, l’Istituto Europeo di Oncologa, a partire dagli anni settanta.

 

«Ha salvato come me milioni di donne, liberandole dalla paura», disse Monica Guerritore ricordando il professore che la operò quindici anni fa. L’attrice divenne poi testimonial, si fece poi fotografare in una famosa campagna di Oliviero Toscani per la Fondazione Umberto Veronesi. Termini come quadrantectomia, chirurgia conservativa, hanno significato l’importanza crescente, da parte dei medici, di considerare le ripercussioni psicologiche dell’intervento. Europa Donna Italia è il movimento, nato nel 1994 da un’idea del professor Umberto Veronesi, per supportare i diritti delle donne in termini di appropriatezza diagnostica e terapeutica presso le Istituzioni. Con la presidenza di Rosanna D’Antona, alla guida del sodalizio da più di dieci anni, l’associazione si è affermata come principale portavoce nazionale delle istanze delle pazienti.

 

I progressi della chirurgia e le nuove tecnologie nel campo dei biomateriali consentono oggi di ricostruire con buoni risultati la mammella dopo un’operazione per tumore. La resa estetica non è un vezzo che limita le cure oncologiche finalizzate alla guarigione, la chirurgia in senologia ha invece dimostrato di produrre sulla paziente grandi benefici psicologici. «L’obiettivo della ricostruzione mammaria – spiega Giuseppe Perniciaro, presidente Sicpre, Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva estetica – è quello di ottenere la migliore simmetria tra la mammella ricostruita e quella conservata, con il minor danno possibile per la paziente in termini di cicatrici e di sofferenze. La ricostruzione avviene secondo diverse tecniche, che possono essere distinte in due grandi gruppi: con l’utilizzo di protesi, espansori, oppure con soluzioni ottenute mediante soli tessuti della paziente».

 

La donna viene chiamata a esprimere le sue preferenze quando si tratta di scegliere la soluzione estetica in vista di un intervento. La strada da seguire viene scelta anche in base alla conformazione fisica e all’età della paziente. A seconda delle necessità, l’intervento viene eseguito in anestesia locale, eventualmente con sedazione, o in anestesia generale. Di questi temi si parla ormai tutto l’anno, non solo in occasione del Bra Day, giornata internazionale per la consapevolezza della ricostruzione mammaria che si tiene in autunno, e che vede coinvolti i centri di senologia di tutta Italia.

 

Le iniziative su questi temi peraltro sono all’ordine del giorno in tutti i periodi dell’anno. «Libera di scegliere» è lo slogan ricorrente, che indica l’importanza di offrire alla donna l’informazione, la possibilità di conoscere le diverse opzioni chirurgiche. A volte è preferibile impiantare una protesi mammaria, mai come per queste pazienti è importante che il risultato ricostruttivo finale sia bello. Vedersi come prima (in tanti casi anche meglio) è infatti di grande aiuto per superare anche psicologicamente la malattia.

 

La ricostruzione del seno in corso di terapie anticancro è una soluzione a carico del Servizio sanitario nazionale (info sul sito www.sicpre.it). Molte donne conoscono le varie opzioni, altre devono essere meglio informate. Negli ospedali con un maggior volume di interventi al loro attivo si sono costituite le Breast Unit. La ricostruzione mammaria è un tema spesso orfano, perché la chirurgia plastica tende a parlare di «seni rifatti» per motivi puramente estetici, mentre le associazioni di volontariato impegnate nella prevenzione del cancro mammario tendono a enfatizzare principalmente la diagnosi e la terapia farmacologica. Stiamo parlando comunque un tema di grande interesse, visto che il cancro al seno (dati LILT, Lega italiana lotta ai tumori) colpisce una donna su 8 nel corso della vita.