Approvato da Camera e Senato il progetto di legge proposto da Fondazione Italiana Diabete Onlus (FID). Inclusa anche la celiachia
Il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmune che nel 50% dei casi esordisce nella prima infanzia o nell’adolescenza. Oggi non conosciamo ancora le cause di questa patologia, nè sappiamo come poterla guarire. Riusciamo però a controllarla. Le buone pratiche del paziente e l’insulina infusa mediante strumenti di avanzata tecnologia ci permettono di “tenere al guinzaglio” la malattia ed evitare l’insorgenza di eventi pericolosi come l’iper, l’ipoglicemia e le temute complicanze. Ma fare diagnosi precoce significa sempre evitare il peggio. Sono ancora troppi, infatti, i bambini in cui viene scoperto il diabete di tipo 1 in ospedale perché sono stati ricoverati in chetoacidosi, rischiando il coma e la morte. Ma ecco la bella notizia.
Oggi, in Italia, nel nome della guerra al diabete di tipo 1, possiamo affermare con soddisfazione: “habemus legem”. Sì abbiamo, primi al mondo, una legge (130/23) che istituisce lo screening sistematico di diabete e celiachia nella popolazione pediatrica. Senato e Camera, infatti, hanno approvato all’unanimità il Disegno di Legge promosso da Fondazione Italiana Diabete Onlus (FID) che porta la firma degli onorevoli Giorgio Mulè e Laura Cavandoli. E oltre allo screening, la legge doterà l’Italia di un Osservatorio Nazionale su diabete e celiachia, prevedendo anche la realizzazione di campagne informative per sensibilizzare la popolazione sulle patologie e sull’importanza delle cure precoci. «Da circa quindici anni – spiega Nicola Zeni (nelle foto, durante l’audizione in Senato), presidente della Fondazione Italiana Diabete – la nostra Fondazione si dedica a raccogliere e distribuire fondi per sostenere e accelerare la ricerca di una cura definitiva al diabete di tipo 1. Il nostro obiettivo, infatti, è arrivare a sconfiggere definitivamente questa malattia».
«La FID – continua – nacque per volere dei genitori di un bambino che manifestò il diabete di tipo 1 all’età di 18 mesi ed è gestita interamente da persone colpite dalla malattia. La Fondazione raccoglie fondi in maniera autonoma e indipendente da aziende farmaceutiche, istituzioni, società scientifiche, e li distribuisce ai migliori istituti di ricerca e università, impegnati nel trovare una cura definitiva a questa malattia autoimmune che sconvolge la vita dei malati e delle loro famiglie. La Fondazione ha inoltre la missione di far conoscere la patologia alla gente e interviene presso le istituzioni per promuovere riforme che sostengano la ricerca in materia». Sappiamo che l’attività fisica fa bene a chi ha una malattia cronica come il diabete.
Le linee guida dell’OMS e delle varie associazioni diabetologiche consigliano di fare sport proprio perché è dimostrato che contribuisce al miglioramento della patologia: riduce la glicemia e migliora l’insulino-sensibilità, ossia fa lavorare meglio l’insulina, consentendo di ottenere un migliore controllo glicemico e di avere parametri metabolici migliori nel tempo (per esempio riduce l’emoglobina glicata). Ma non solo. Lo sport è diventato anche strumento promozionale e di raccolta fondi per la ricerca. Per esempio, l’ex calciatore Massimo Ambrosini ha partecipato alla Milano Maraton con la maglia della Fondazione Italiana Diabete, diventandone testimonial e raccogliendo donazioni per migliaia di euro.
Un gol per tutti. Per chi, comunque, volesse restare aggiornato sulle conquiste della medicina, dopo la Giornata Mondiale del Diabete svoltasi martedì scorso, ecco in arrivo sabato 25 e domenica 26 novembre la quarta edizione di Diabethon, organizzato dalla Fondazione presso il Centro Congressi Fondazione Cariplo di Milano. Una maratona benefica che da quattro anni si impegna a formare e informare il pubblico e a finanziare la ricerca. Sarà una due giorni di conferenze sullo stato degli studi scientifici e delle ultime novità cliniche e offrirà la possibilità di relazionarsi direttamente con medici e ricercatori. Saranno inoltre a disposizione screening per i familiari di persone con diabete di tipo 1 (quindi a rischio maggiore), sedute di supporto psicologico, di counseling e sessioni di attività fisica con personal trainer specializzati in diabete. Tutto ovviamente gratuito. Info e link per iscriversi sul sito della Fondazione www.fondazionediabete.org