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Running, non conta la distanza: tendiamo a correre sempre alla stessa velocità

Uno studio ha scoperto che i runner amatoriali mantengono sempre lo stesso ritmo ottimale, ossia la velocità che fa consumare meno calorie

05/05/2022

C’è un un meccanismo inconscio che determina il ritmo con cui corriamo. Ogni runner amatoriale si regola su una sua velocità ottimale, ossia quella che permette di ridurre al minimo lo spreco di energie, indipendentemente che la corsa sia lunga o corta. La ha scoperto uno studio della Queen’s University, in Canada. Con alcune eccezioni, come ad esempio allenamenti specifici per forzare la velocità o distanze fuori dalla norma, tendiamo quindi a procedere sempre con la stessa andatura, così come fanno gli animali.

 

I ricercatori sono giunti a questa conclusione analizzando le informazioni su 28mila ore di corsa totali di 46mila runner non professionisti, donne e uomini di età compresa fra i 16 e gli 83 anni, raccolte attraverso i fitness tracker. Le hanno quindi messe a confronto con i dati acquisiti in laboratorio, dove è stata calcolata la velocità ottimale in termini di efficienza energetica di 26 runner in base al loro consumo di ossigeno. Non sono emerse differenze: tanto in un ambiente controllato, quanto nel mondo reale con tutte le variabili del caso e distanze diverse, i runner mantenevano sempre la stessa andatura. Una sorta di velocità “preferita”, quella che ci fa sentire meglio appunto perché è quella che brucia meno calorie. Viceversa, a parità di distanza, correre più lentamente o più velocemente di questo passo ideale comporta un maggiore consumo di energia.

 

“Minimizzare il dispendio energetico ha dei vantaggi evolutivi, perché ci permette di coprire distanze maggiori consumando meno calorie“, dice l’autrice principale Jessica Selinger; “Condividiamo questa caratteristica con altri animali, gli uccelli che volano, i pesci che nuotano, i cavalli che galoppano. Ci sono prove che là fuori, nella natura, ci muoviamo tutti in modi che permettono di risparmiare calorie”.

 

La scoperta ha conseguenze concrete di un certo interesse per gli sportivi: “Lo studio mostra che la preferenza per movimenti efficienti in termini energetici è forte. Anche quando andiamo a correre, con l’obiettivo ad esempio di bruciare calorie, tendiamo a muoverci a una velocità che ne riduce al minimo il consumo”, spiega Selinger. Bisogna allora adottare delle strategie per spingere il nostro corpo a uscire dalla sua naturale zona di comfort: “Se vogliamo correre a un ritmo più alto, dobbiamo concentrarci consapevolmente per riuscirci. Oppure utilizzare altri trucchi come andare a correre con un partner più veloce di noi o ascoltare musica dal ritmo incalzante”.

 

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Current Biology.