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Reumatismi? Dolore e gonfiore le prime spie

20/09/2022 - di Loredana Del Ninno

Dolori articolari e muscolari persistenti, gonfiore, rigidità e lombalgia. Sono i campanelli d’allarme più frequenti delle patologie reumatiche che, stando a stime recenti, interessano oltre 5 milioni di italiani. Facciamo il punto con Marco Matucci Cerinic, ordinario di Reumatologia al dipartimento di medicina sperimentale e clinica dell’università di Firenze, tra i relatori del simposio sulla Medicina dei Sistemi. L’appuntamento, patrocinato dal Ministero della Salute, si è tenuto all’Università degli Studi di Milano e ha radunato 21 docenti universitari, che hanno sottoscritto la Dichiarazione di Milano 2022 – Nuovi obiettivi della Medicina.

Professore, cosa sono le malattie reumatiche?
Si tratta di patologie caratterizzate dall’infiammazione di articolazioni, legamenti, tendini, ossa o muscoli che in taluni casi possono coinvolgere anche gli organi interni come polmoni, reni e cuore, il sistema nervoso e l’intestino.
Quali i sintomi collegati?
Le malattie reumatiche danneggiano le articolazioni e i tessuti circostanti, molto spesso esordendo in maniera subdola senza dare inizialmente sintomi e segni molto evidenti, come lievi dolori articolari, mentre con passare del tempo provocano gonfiore e rigidità articolare, dolori muscolari persistenti, ed anche lombalgia.
Come si classificano?
Esistono oltre 150 tipi di patologie, diverse per come si manifestano e per le cause che le determinano. Vengono classificate a seconda dell’area del corpo principalmente colpita, dei sintomi e della causa scatenante. Si distinguono malattie degenerative, infiammatorie, autoimmuni sistemiche come il lupus, la sclerosi sistemica e l’artrite reumatoide, dismetaboliche, legate a errori del ricambio di alcune sostanze dell’organismo, come la gotta.
Quali sono le patologie più comuni?
L’artrosi, malattia degenerativa della cartilagine che riveste le ossa, i reumatismi extra-articolari che coinvolgono tendini, legamenti , borse sinoviali e muscoli. La gotta, che predilige il sesso maschile, e la spondilite anchilosante, che determina l’irrigidimento progressivo della colonna vertebrale. Nelle donne è frequente l’osteoporosi, in particolaredopo la menopausa,caratterizzata da una riduzione della densità minerale ossea.
Parlando di cause?
Fra i fattori noti alcuni batteri come lo streptococco (febbre reumatica), la clamidia (artrite reattiva) e alcuni virus, come l’Epstein-Barr, agente infettivo della mononucleosi. La maggiore incidenza delle malattie reumatiche nella popolazione femminile ha portato a ipotizzare che anche gli ormoni, cla cui protezione cala dopo la menopausa, possano avere un ruolo importante nello sviluppo delle patologie come, ad esempio, il lupus eritematoso sistemico.
Si può giocare di prevenzione?
La prima cosa è non trascurare i sintomi appena compaiono. Studi scientifici hanno accertato che il fumo è coinvolto nell’insorgenza dell’artrite. mentre l’obesità determina un forte aumento del rischio di artrosi. Eliminare le sigarette, fare attività fisica accompagnata da una sana alimentazione, sono quindi i pilastri di una buona prevenzione. Anche l’igiene orale non va trascurata: si è visto infatti che alcuni batteri presenti nelle gengive potrebbero favorire la comparsa di forme artrosiche.
Altri accorgimenti?
Chi soffre di osteoporosi deve cercare di prevenire le cadute, nella maggior parte dei casi determinate da incidenti domestici, perché la malattia rende le ossa più fragili e quindi più soggette a frattura
Quali sono i nuovi orizzonti terapeutici?
Oltre ai farmaci biologici, disponibili da circa un ventennio, esistono piccole molecole, note come inibitori della Janus chinasi (inibitori di Jak), che riducono l’attività dell’artrite reumatoide con un soddisfacente profilo di sicurezza, come dimostrato da studi randomizzati e controllati. Tuttavia ancora oggi, sia le terapie con i farmaci biologici che quelle le nuove molecole, che migliorano la qualità della vita, hanno  un utilizzo limitato nella pratica quotidiana.

LE CURE TERMALI

I fanghi termali sono consigliati nel trattamento delle patologie reumatiche

 

 

 

“Tutte le patologie croniche dell’apparato osteoarticolare e i reumatismi extra articolari  – spiega Luca Morellini, specialista in medicina termale e direttore sanitario di Euroterme a Bagno di Romagna – beneficiano delle cure che si possono fare alle terme. Sono escluse per la fangoterapia, le malattie reumatiche autoimmuni, come l’artrite reumatoide e il lupus sistemico. Via libera a fanghi e balnoterapie, ovviamente previa prescrizione e controllo medico prima dell’accesso ai trattamenti per artrosi, poliartrosi, disturbi cervicali e molti altri disturbi”.

Esistono altre controindicazioni?

Le cure termali sono da evitare durante le fasi acute delle malattie reumatiche e osteoarticolari. Per essere maggiormente efficaci devono essere continuative con un giorno di riposo nell’arco del ciclo, che prevede 12 sedute.

E’ possibile sottoporsi alla cure termali dopo un tumore?

Se il cancro è in remissione sì. Ovviamente c’è necessità di un consulto oncologico.

Un ciclo all’anno è sufficiente?

Si è visto che rallenta il processo degenerativo delle cartilagini e una riduzione dell’utilizzo dei farmaci antinfiammatori e antidolorifici. Un ciclo all’anno è quello che passa il servizio sanitario col pagamento di un solo ticket, ma per avere un maggior effetto benefico due cicli sono caldamente consigliati.

Cosa contengono i fanghi?

L’acqua delle nostre terme (bicarbonato, alcalino, sulfurea, ipertermale) viene messa a “macerare” almeno sei mesi nelle cosiddette fangaie assieme all’argilla che in questo lungo processo di maturazione del fango, cattura i principi attivi presenti per trasferirli osmoticamente all’organismo durante il trattamento.

Sono indicate anche ai bambini?

La balneoterapia, la terapia termale più diffusa, risulta ben tollerata anche dai più piccoli.

Ci sono altri trattamenti da associare?

Il massaggio fisioterapico produce maggiori benefici dopo i fanghi e i bagni perché la “reattività” dell’organismo è maggiore dopo questi trattamenti e gli effetti benefici di entrambi i trattamenti vengono potenziati.

Cosa fare in presenza di osteoporosi?

Se la malattia è a uno stadio severo sono sconsigliati i fanghi mentre vanno benissimo i bagni. Nelle forme lievi il trattamento può essere completo perché l’aumento dell’afflusso sanguigno stimola gli osteoblasti e i condroblasti, le cellule che producono ossa e cartilagine.