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Quanto incide l’inquinamento atmosferico sulle gravidanze? Sempre di più

Parti prematuri e nascite sottopeso: il più grande studio mai realizzato sull'argomento quantifica gli effetti dannosi dell'inquinamento indoor e outdoor

04/10/2021

L’inquinamento atmosferico ha causato quasi sei milioni di parti prematuri e circa tre milioni di nascite di bambini sottopeso in tutto il mondo. I dati, relativi all’anno 2019, sono stati raccolti in un nuovo imponente studio pubblicato sulla rivista PLOS Medicine, a cura di un’equipe della University of Washington e della UC San Francisco.

 

Per questa indagine, che è la più capillare e approfondita mai realizzata sul tema, gli scienziati hanno messo insieme un’enorme mole di dati estrapolati da ricerche antecedenti, concentrandosi su alcuni indicatori chiave della salute del neonato, tra cui peso ed età gestazionale alla nascita. L’obiettivo era ottenere un’istantanea su scala globale di come la scarsa qualità dell’aria avesse influenzato il parto e la mortalità infantile nell’arco di un singolo anno.

 

Le informazioni raccolte mettono in luce che l’impatto dell’inquinamento sulle nascite pretermine è particolarmente significativo nelle aree considerate in via di sviluppo. A tale proposito il dato più eclatante riguarda il fatto che l’incidenza globale dei parti prematuri e del basso peso alla nascita (una delle principali cause di morte neonatale) diminuirebbe del 78% se si riuscisse ad abbattere l’inquinamento atmosferico nel solo sud-est asiatico e nell’Africa sub-sahariana. Questo non implica tuttavia che nel cosiddetto mondo occidentale i rischi siano trascurabili: negli Stati Uniti si stima ad esempio che la presenza di sostanze nocive nell’aria abbia contribuito nel 2019 al parto di circa 12 mila bambini prematuri (ossia prima della 37esima settimana di gravidanza).

 

Da notare che fino a due terzi degli effetti dannosi risultano legati all’inquinamento indoor, causato in primis dalla combustione di carbone, letame e legno all’interno delle case dei Paesi in via di sviluppo. La restante frazione fa invece riferimento all’elevata concentrazione di inquinanti outdoor, provenienti dai veicoli a motore, dal riscaldamento domestico e dalle attività industriali.

 

Negli ultimi anni prove crescenti dimostrano che l’esposizione al particolato fine (PM 2,5) nel corso della gravidanza è correlato con una maggiore probabilità che i bambini nascano troppo piccoli o troppo presto. Un precedente report dello stesso team stimava tra l’altro che sempre nel 2019 l’inquinamento atmosferico aveva causato la morte di 476 mila neonati in tutto il mondo. “Il nostro studio suggerisce che l’adozione di misure per mitigare i cambiamenti climatici e ridurre i livelli di inquinamento atmosferico avrà significativi benefici per la salute dei neonati”, ha concluso il primo autore Rakesh Ghosh.