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Quante ore dobbiamo dormire dopo i 40 anni e perché

Dalla mezza età in avanti, dormire di più o di meno di sette ore risulta associato a un peggioramento delle funzioni cognitive e della salute mentale

30/04/2022

Sette ore di sonno. Uno studio dell’Università di Cambridge e dell’Università Fudan di Shanghai ha indicato il numero ottimale di ore di sonno: non otto, come da opinione comune, ma 7. Sarebbe questa la quantità di risposo consigliata dalla mezza età in avanti. Dormire di meno, ma anche dormire troppo, risulta invece associato a un peggioramento delle prestazioni cognitive e del benessere mentale.

 

Cattive abitudini

I ricercatori sono giunti a questa conclusione esaminando una cospicua mole di dati, raccolti dalla UK Biobank, relativi a oltre mezzo milione di persone di età compresa fra i 38 e i 73 anni. I soggetti si erano sottoposti a una serie di test su funzioni e abilità cognitive ed erano stati interrogati sulle loro abitudini del sonno, sulla salute mentale e sul livello di benessere generale; di 40mila di essi erano disponibili anche informazioni genetiche e scansioni del cervello.

 

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È emerso che in media le persone che dormivano sette ore “funzionavano” meglio e mostravano meno sintomi di ansia e depressione. In coloro che invece si attestavano al di sotto o al di sopra di questa soglia è stata osservata una riduzione di varie funzioni, ad esempio dell’attenzione visiva, della memoria e della capacità di risoluzione dei problemi. È stata rilevata anche una correlazione fra la durata del sonno e la struttura stessa delle regioni del cervello responsabili di queste facoltà cognitive.

 

Memoria e concentrazione

Come in molti altri studi di questi genere, la ricerca individua un’associazione significativa fra sonno e salute mentale, ma non stabilisce un rapporto di causa-effetto. “Non possiamo affermare in modo conclusivo che dormire troppo o troppo poco causi problemi cognitivi”, spiega il professor Jianfeng Feng, “tuttavia la nostra analisi sembra supportare questa idea. Le ragioni per cui le persone più anziane abbiano una peggiore qualità del sonno sono complesse e sono influenzate da una combinazione del nostro corredo genetico e della struttura dei nostri cervelli”.

 

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I ricercatori sottolineano come riuscire a riposare adeguatamente sia importante in qualunque fase della vita, ma ancora di più mano mano che si invecchia. Si tratta di un fattore probabilmente cruciale per riuscire a mantenere un buon funzionamento delle capacità mentali e del benessere generale, soprattutto nelle persone affette da demenza e da disturbi psichiatrici. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Aging.

 

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