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Prevenzione vaccinale, gioco di squadra

Valorizzare il ruolo del medico di famiglia, del pediatra, del ginecologo e del farmacista: figure di riferimento e di fiducia

31/10/2022 - di Lisa Ciardi

Partire dai più giovani per contrastare la diffidenza verso i vaccini. È uno degli obbiettivi del progetto «La prevenzione è donna» nato per combattere l’esitazione vaccinale e presentato durante il Forum Sistema Salute. Il «position paper» sulle strategie per fronteggiare dubbi e incertezze organizzato nella cornice della community «Donne protagoniste in sanità», che coinvolge oltre mille professioniste del settore.

 

Condotto dal giornalista Giovanni Del Giaccio, il talk show ha visto gli interventi di Valeria Dubini, vicepresidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia e presidente AGiTe; Rocco Russo, responsabile del tavolo tecnico vaccinazioni della Società Italiana di Pediatria; Antonietta Spadea, responsabile vaccini Asl Roma 1; Guendalina Graffigna, professore ordinario e direttrice di EngageMinds Hub, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

 

Particolare attenzione è stata posta su due fasce di popolazione: le donne in gravidanza e i bambini/adolescenti i cui genitori hanno manifestato resistenze al vaccino Covid. I protagonisti del progetto si sono chiesti come mantenere alto il valore delle vaccinazioni in età pediatrica, in gravidanza e anti-Covid, ma anche come valorizzare il ruolo del medico di famiglia, del pediatra, del ginecologo e del farmacista, prime figure di riferimento e di fiducia.

 

Tante le priorità emerse: una formazione continua e condivisa per favorire competenze di ascolto empatico e di comunicazione efficace nei professionisti; un rapporto di fiducia con il medico di base e il pediatra; un’offerta vaccinale di prossimità; il coinvolgimento dei consultori familiari e incontri mirati per gli adolescenti e strumenti specifici di comunicazione usando anche gli influencer. È emersa poi la necessità di contrastare l’infodemia, ovvero la diffusione di notizie molteplici e imprecise, con un’informazione istituzionale scientifica, chiara, univoca e trasparente, coinvolgendo le stesse società scientifiche.

 

«Occorre una strategia di comunicazione istituzionale integrata sulle vaccinazioni – è stato spiegato – utilizzando linee guida e messaggi, a cura del Ministero della Sanità o dell’Istituto Superiore di Sanità. E ancora, informazioni più accessibili per il cittadino a livello regionale e di Asl; una App con calendari, informazioni, prenotazioni e reminder ed infine un uso più intenso e consapevole dei social».