Con il sostegno di:

Pokè, la ciotola che unisce gusto e benessere

Base di riso o cereali, a cui aggiungere proteine (soprattutto pesce), verdura e frutta di stagione

21/08/2022 - di Chiara Bettelli

È pokè-mania. Nelle città e nei luoghi di vacanza di ogni Paese – recentemente anche in Italia – osserviamo la presenza, sempre più numerosa, di piccoli locali dove si possono consumare, seduti o nella formula da asporto, intelligenti e fantasiosi menù in ciotola. I pokè rientrano anche nelle liste di bar e trattorie e, molto gettonati, nelle proposte alimentari delle società di food delivery. Oggi è uno dei piatti più ‘ordinati e mangiati a domicilio’ degli ultimi anni. Finalmente una buona novità perché si tratta di un break salutare (ideale per la pausa pranzo – anche in smart working – o per una cena veloce). Un piatto unico che si può consumare comodamente all’aperto – non c’è nulla da tagliare e niente di unto – seduti in un giardino urbano, in campagna o in riva al mare.

 

Nella ciotola si trova un pasto completo: proteine, vegetali e carboidrati da condire e mixare a proprio piacere nelle pokè bowl. Dal successo in California (è da qui che arrivano molte delle nuove tendenze alimentari) si è diffuso ovunque nel mondo perché è un pasto gradito anche dagli amanti del green food e da chi vuole restare in linea. Ed è un omaggio alla fantasia e al gusto personale grazie alla scelta di un’infinità di varianti. Formula riproposta da molti anche nel menù preparato a casa. La base è quasi sempre composta da riso, anche integrale o nero, farro o quinoa. Si aggiungono pesce (crudo o cotto), formaggio, legumi, verdure e frutta. Il tutto già tagliato in piccoli pezzi e condito a piacere da chi lo consumerà.

 

Ma quali sono le origini del pokè bowl, che è diventato in tutto il mondo un fast food di successo, economico, pratico e sano? Nasce anticamente alle Hawaii, dove i pescatori nativi mescolavano pesce crudo ad alghe e a frutta secca. Immerse nell’Oceano Pacifico, le isole hawaiane sono quasi equamente distanti sia dalle coste americane (è il 50 esimo stato degli Usa dal 1959) sia dal Giappone. Così è stata logica la successiva contaminazione con la cucina giapponese, e asiatica in genere, che vi ha aggiunto il riso e ampliato la scelta degli ingredienti. Come è stata una logica conseguenza che il pokè sia arrivato negli Usa e, da qui, in Europa e in Italia dove hanno cominciato velocemente a sorgere ovunque le catene di questo particolare fast food. Un piatto unico che ha un gusto più ricco e gourmet – soprattutto più nuovo per i nostri palati – della classica ‘insalatona’ o dell’insalata di riso o di pasta. Lo si può creare al momento seguendo le proprie preferenze gastronomiche ed ha notevoli qualità e suggerimenti nutrizionali, anche per le sue caratteristiche dietetiche, nella salvaguardia della salute o per il controllo del peso.

 

La base del pokè, infatti, è equilibrata grazie alla fonte di carboidrati fornita dai cereali. Vi è sempre una proteina, meglio se la si sceglie da una sola fonte: ad esempio pesce (ricco di acidi grassi omega 3), oppure formaggio fresco, o carne bianca o legumi. Il piatto è completato da verdura e frutta fresche e di stagione, ricche di vitamine, fibre e sali minerali. Come condimento è preferibile l’olio d’oliva insieme al lime, ad altre salse. In ultimo si possono aggiungere semi di sesamo (integratori naturali di zinco che rinforza il sistema immunitario e di selenio che combatte l’azione dei radicali liberi). In alternativa si può utilizzare il furikake (mix di alghe e pesce essiccati, e ancora con sesamo) e si possono aggiungere erbe aromatiche. Tra queste la menta e la citronella, l’erba cipollina e l’erba di Shiso (utilizzata in Giappone quanto da noi il basilico).

 

L’abbinamento degli ingredienti, e la loro cottura rapida, evita che si degradino i principi nutrizionali contenuti nel cibo e può far rientrare questo monopiatto nella cucina funzionale – adottata anche in molte Spa – che ha come obiettivo il benessere psico-fisico.