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Piede diabetico, soluzioni per scongiurare le complicanze

Ogni anno 7mila interventi, spesso necessarie dolorose amputazioni. Da plasma, staminali e ozonoterapia un approccio integrato

24/07/2022

Ogni anno in Italia le lesioni del piede diabetico si complicano fino alle estreme conseguenze, settemila interventi ortopedici ogni anno che richiedono dolorose amputazioni, con un’aspettativa di vita che, in 7 casi su 10, non supera i 5 anni dall’intervento (inferiore a quella dei malati di tumore).

 

Le cellule staminali, il plasma ricco di piastrine e la somministrazione di ozono rappresentano soluzioni nella cura del piede diabetico. È questa una grave problematica, che può provocare infezioni, degenerazioni alle parti ossee e articolari, ulcere. Se trascurata, la patologia può portare all’amputazione delle dita dei piedi, prima la punta, poi a volte sempre più in profondità.

 

In aiuto dei pazienti con lesioni a carico del piede, però, oggi arrivano terapie innovative dalla medicina rigenerativa, grazie al connubio tra chirurgia ortopedica, endocrinologia e servizi trasfusionali. Le complicanze rappresentate dal piede diabetico hanno un enorme impatto sulla vita del paziente, che rende invalidi, con ricadute negative in termini di costi a carico del sistema sanitario.

 

«Oggi, grazie alla medicina rigenerativa, possiamo intervenire in modo risolutivo sulle lesioni con tre cure diverse – ha scritto Michele Angelo Farina, presidente onorario della Società italiana di medicina e chirurgia rigenerativa polispecialistica (SIMCRI). Un primo approccio consiste nell’infusione, nella zona vicina all’ulcera, di cellule staminali provenienti dal midollo osseo, dal tessuto adiposo o dal sangue periferico.

 

La seconda è l’applicazione, direttamente sulla ferita, di un gel realizzato con il plasma ricco di piastrine, detto PRP. La terza è la somministrazione di ozonoterapia. Questi trattamenti stimolano i fattori di crescita, che permettono la rigenerazione dei tessuti».

 

Per le ulcere da piede diabetico si utilizza il PRP evoluto, una particolare versione sviluppata negli ultimi anni che comprende la componente monocitaria. Queste cure sono indicate anche per le ferite che per motivi diversi non riescono a rimarginare. Due milioni di italiani, si calcola, hanno problemi di ulcerazioni agli arti inferiori.

 

Per la chirurgia vascolare e, in particolare, le arteriopatie, a dare i migliori benefici è l’infusione di staminali. I centri che praticano queste terapie, che possono essere somministrate sia singolarmente che in sinergia tra loro, devono essere autorizzati secondo la normativa e seguire le linee guida delle società scientifiche e del Ministero della Sanità.

 

Incidenti sportivi, una trappola estiva

 

Dolori Articolari, tra i fattori di rischio c’è il dato anagrafico. Al giro di boa dei 40 anni si possono avere le prime alterazioni al menisco e alle cartilagini. Incidono anche l’obesità, i traumi, gli interventi chirurgici pregressi e i lavori usuranti sotto il profilo fisico. «I traumi sportivi possono incidere molto sulle lesioni al ginocchio e all’anca», spiega Gianmarco Regazzola, chirurgo ortopedico specialista in protesica e robotica.

 

«D’estate anche lo sport amatoriale improvvisato, come la classica partita a calcetto o una gara di beach volley, possono avere conseguenze imprevedibili. Servono accorgimenti, preparazione atletica, senso della misura».