Benessere

Perché alcuni bambini rischiano più di altri?

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Alcuni bambini amano il rischio più di altri, sperimentano, esplorano, trasgrediscono. I loro genitori si chiedono perché ma non riescono spesso a trovare risposte. Ora uno studio scientifico della Boston University cerca di darle, analizzando i fattori che determinano i comportamenti, fra la personalità e l’ambiente in cui vivono. E spiega che è la circostanza che genera comportamenti rischiosi, ovvero la possibilità di avere vantaggi, che si tratti di rafforzare un’amicizia regalando un panino o di ottenere accettazione e stima scalando un albero.
In tutto questo, il ruolo chiave lo recita l’ambiente socioeconomico in cui un ragazzo cresce.

 

Il rischio e la fame

La ricerca del Social Development and Learning Lab dell’università americana di Boston dimostra che un fattore fondamentale è, più che la personalità, il contesto. Bambini provenienti da situazioni socioeconomiche diverse tendono a prendere decisioni diverse quando vengono posti nella stessa situazione di rischio. È il primo studio a spiegare questa correlazione, con una prova sperimentale.

La ricerca si basa sull’osservazione del comportamento degli animali in situazioni di foraggiamento: gli organismi in via di sviluppo imparano, sostiene questa teoria, a utilizzare diverse strategie di rischio in base alla disponibilità di risorse e all’entità dei loro bisogni. Una volpe ben nutrita, ad esempio, difficilmente rischierà di entrare in un territorio pericoloso per un pasto in più, mentre una volpe affamata, sarà più propensa a rischiare.

 

Perché alcuni bambini si prendono i rischi

Gli autori del paper, pubblicato su Proceedings of the Royal Society B, hanno messo a punto un esperimento per vedere se le preferenze di rischio dei bambini variassero in base al loro status e all’entità delle ricompense offerte.
A un gruppo di bambini di età compresa tra i 4 e i 10 è stata data la possibilità di accettare un numero prestabilito di adesivi o di far girare una ruota per avere il 50% di possibilità di ottenere ricompense a crescere, a partire da un numero ancora maggiore di adesivi (oppure niente).

Quello che è emerso dallo studio è che i bambini provenienti da famiglie con uno status socioeconomico più basso erano più propensi a rischiare e a far girare la ruota nel tentativo di ottenere una grande ricompensa rispetto ai bambini provenienti da famiglie più elevate. La conclusione, secondo il leader della ricerca Peter Blake, è che “I bambini con uno status socioeconomico più basso hanno seguito lo schema previsto dalla teoria”.
Si sono cioè comportati come la volpe affamata: “Erano più propensi a correre il rischio per ottenere la ricompensa più grande, e quando si trattava di una ricompensa di valore inferiore, sceglievano l’opzione certa per ottenere qualcosa”.
Lo studio ha anche dimostrato che i ragazzi erano più propensi delle ragazze a prendere decisioni rischiose.

 

I vantaggi del comportamento rischioso

Si tratta di un cambio di prospettiva, che mantiene la “fame” al centro delle nostre azioni e dei rischi che prendiamo. In sostanza, emerge che le decisioni rischiose nell’infanzia non sempre riflettono una scarsa capacità di giudizio o una mancanza di autocontrollo, ma piuttosto sono mosse da necessità e ambizione. I bambini scelgono quindi razionalmente di prendere un rischio se porta un vantaggio.
Secondo i ricercatori, i genitori, gli insegnanti e le altre persone che vedono un bambino fare scelte rischiose dovrebbero considerare che tali decisioni vanno ricondotte alle circostanze in cui si trova e non ad altro. Anche se poi intervengono anche altri fattori, come la pressione dei pari nel compiere azioni coraggiose e rischiose. O altri vantaggi sociali: ad esempio, regalare un panino a un compagno può avere lo scopo di costruire un’amicizia proficua.

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