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Parkinson, alfa-sinucleina proteina della speranza contro i tremori

Allo studio applicazioni per fare leva sul sistema immunitario

23/11/2021

Si celebra il 27 novembre la Giornata Nazionale Parkinson, mobilitati per l’occasione 90 centri specializzati, che da 13 anni si danno appuntamento l!ultimo sabato del mese per diffondere informazioni su questa malattia così complessa. I media anche quest’anno saranno al fianco della Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus.

Di solito pensiamo a questa malattia quando ha prodotto danni marcati: tremori, rigidità, perdita di equilibrio, incapacità a governare i movimenti volontari, nei casi avanzati cambia la voce e si riconoscono disturbi cognitivi, calo di memoria e irritabilità. La trasmissione dei segnali tra le cellule del sistema nervoso (neuroni) viene compromessa in maniera progressiva, una condizione di sofferenza che interessa almeno 400 mila persone in Italia.

 

La ricerca

Da trent’anni si stanno cercando trattamenti risolutivi all’esordio del Parkinson. Uno degli studi più promettenti, annunciato all’inizio di novembre e pubblicato sulla rivista Brain, vede la collaborazione di un pool di università e istituti di ricerca coordinati dal professor Paolo Calabresi, Policlinico Gemelli – Università Cattolica di Roma. Questi gruppi sono andati a indagare i meccanismi attraverso i quali una proteina, alfa-sinucleina, interferisce in maniera anomala con la comunicazione tra neuroni, provocando un danno irreversibile (neurodegenerazione).

 

I traguardi

L’ambizione è quella di elaborare strategie simili a quelle sviluppate nella immunoterapia, farmaci impiegati con successo in oncologia per combattere i tumori. In neurologia, per fermare il Parkinson, gli anticorpi monoclonali specifici verrebbero addestrati per aiutare il sistema immunitario a riconoscere precocemente un bersaglio, l’alfa-sinucleina anomala, al fine di eliminarla prima che questa provochi il danno.

 

Le diagnosi

La sinucleina alfa modificata potrebbe rappresentare dunque un marcatore, un segnale di anomalia da ricercare nel liquor cefalorachidiano o nel sangue. “Questo nuovo marcatore – ha dichiarato il professor Calabresi – potrebbe consentire in futuro di diagnosticare la malattia in fase precoce e di intervenire con strategie di medicina di precisione. Ecco perché l’alfa-sinucleina è stata soprannominata proteina della speranza”.

 

Le anomalie

La sinucleina alfa è una proteina prodotta dai neuroni che agisce a livello delle sinapsi (punti di contatto tra cellule nervose) come neurotrasmettitore. Un meccanismo delicato che quando si guasta produce aggregati di fibrille, grovigli tossici all’interno dei neuroni. Tali grovigli (sinucleinopatie) sono tipici del Parkinson e della demenza a corpi di Lewy. Esistono rare forme familiari nelle quali sono state individuate delle mutazioni caratteristiche.

 

Farmaci e biofisica

La terapia farmacologica del Parkinson da anni si affida a farmaci sintomatici come la levodopa, che col tempo perde di efficacia inducendo le cosiddette discinesie da levodopa (movimenti involontari incontrollati). La ricerca in questo campo punta a colmare il cosiddetto unmet need, cioè a dare risposte che modificano il decorso della malattia, e tra queste figurano appunto i farmaci che hanno come bersaglio le forme alterate dell’alfa-sinucleina. L’approccio nel Parkinson è ovviamente molto più complesso, contempla anche soluzioni neurochirurgiche (stimolazione cerebrale profonda con microelettrodi) e riabilitazione.