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La pandemia cambia gli stili di vita: salvaguardare il cuore

Sovrappeso, fumo e sedentarietà costituiscono fattori di rischio cardiovascolare

17/04/2022

La pandemia ha cambiato gli stili di vita. Sono quasi 23 milioni gli italiani, tra adulti e bambini, che a causa della pandemia sono aumentati di peso, rischiando disturbi cardiovascolari e metabolici e malattie come tumori e diabete. Un adulto su 10 è obeso. Anche i cardiologi avvertono l’esigenza di alimentarsi correttamente.

 

Cardiologia

«Occorre combattere la sedentarietà, ridurre il consumo di alcool, stare alla larga dal fumo di sigaretta», ha affermato Ciro Indolfi, presidente della Società Italiana di Cardiologia,  intervenuto al Festival dei 5 colori di Tropea, dedicato alla sana alimentazione. «Tali raccomandazioni – ha aggiunto il presidente dei cardiologi – sono ancora più importanti nei pazienti meno portati all’esercizio fisico, considerando l’insidia rappresentata dal contagio da coronavirus. La prevenzione primaria deve essere aggressiva soprattutto nei soggetti obesi con pregresse malattie cardiovascolari».

 

Oncologia

“È essenziale ricordare l’importanza di prendersi cura di sé a partire dalla tavola – afferma Francesco Cognetti, presidente della Fondazione Insieme contro il cancro – occorre diffondere la tutela del benessere, soprattutto dopo il Covid, che ha modificato negativamente le abitudini quotidiane di gran parte della popolazione. Per esempio, 1,2 milioni di persone hanno iniziato o ripreso a fumare e il 44% dei bambini e il 32% degli adulti è aumentato di peso.”
 

Zootecnia

“Le emergenze con le quali ci stiamo confrontando negli ultimi tempi, cioè le emergenze zootecniche, il Covid, le situazioni di guerra, sono destinate ad incidere sugli stili di vita degli italiani – afferma Giuseppe Ambrosio, direttore generale del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali –. Anche per queste ragioni, comunicare nel modo corretto cosa è bene mangiare e quanto è utile fare movimento è fondamentale”.

 

Nutrizione

“L’interazione tra stili di vita e abitudini alimentari errate – sostiene Antonino De Lorenzo, direttore del Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione dell’Università degli studi di Roma Tor Vergata e del Programma clinico di Nutrizione clinica del Policlinico Tor Vergata – incide fortemente sullo sviluppo di patologie. Per questo la Dieta Mediterranea Italiana di Riferimento (DIMIR), ricca in frutta, verdura, legumi, cereali integrali, pesce e olio d’oliva è molto indicata come strumento di prevenzione primaria. Gli studi del mio gruppo di ricerca hanno dimostrato come questi alimenti si associno a un miglioramento significativo dello stato di salute”.