Women for Oncology: no a pensionamento medici a 72 anni

Women for Oncology Italy e Women in Surgery hanno lanciato una raccolta firme, già raccolte 1.500 adesioni

di Redazione Salus
25 gennaio 2023
close up of male doctor holding x-ray or roentgen image

La proposta di aumentare a 72 anni, su base volontaria, l’età pensionabile dei medici ospedalieri e universitari, è “un rattoppo” rispetto a un problema per sopperire alla cronica mancanza di medici in Italia, un rimedio “che non può essere gestito attraverso soluzioni provvisorie, temporanee e inadeguate”. Affermazioni contenute nel testo, supportato da una raccolta firme, già sottoscritta da 1.500 professionisti della sanità, lanciata da Women for Oncology Italy, associazione di donne medico impegnate nel campo dell’oncologia.

 

Criticità

“La carenza di personale medico in pianta stabile deriva dalla insufficiente pianificazione del reale fabbisogno, ma anche dal continuo dissanguamento del servizio pubblico da parte degli stessi medici, esasperati da condizioni di lavoro pesanti, ulteriormente messi alla prova dalla pandemia, da stipendi inadeguati e mai aggiornati”, spiega la petizione.

 

Fuga dei cervelli

Se a questo si aggiunge “l’inizio dell’attività lavorativa in età non più giovane e la mancanza di progressione di carriera in quasi tutti gli ambiti lavorativi, ci si rende conto dell’insoddisfazione crescente che ha ormai raggiunto livelli di guardia. Per tutti questi motivi molti lasciano la professione, altri si trasferiscono all’estero, altri ancora abbandonano il ruolo pubblico per lavorare nel privato”. Riteniamo, pertanto, si legge nel testo della petizione, che questo eventuale provvedimento non risolva le rilevanti problematiche esistenti, ma rischia fortemente di acuire altre problematiche. Quali?

 

Correttivi

Un differimento dell’età pensionabile dei medici a 72 anni interromperebbe il fisiologico turn-over del personale sanitario, già carente in Italia, procrastinando l’assunzione delle nuove leve; impedirebbe per i prossimi anni progressioni di carriera nelle fasce di età compresa tra 40-50 anni e oltre, esasperando ulteriormente il senso di frustrazione in atto; penalizzerebbe ancora di più le donne medico che non sono adeguatamente rappresentate in posizione apicale nelle generazioni al di sotto dei 70 anni, e non risolverebbe le criticità dei turni di guardia notturna e festiva, da cui la maggior parte dei settantenni sono esonerati”. La proposta, conclude la petizione, andrebbe pertanto rivista con alcuni correttivi, per superare le criticità.

 

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