Tumori del sangue, virus alleati dell'immunoterapia
Simposio della International Association for Comparative Research on Leukemia and Related Diseases (IACRLRD) a Bologna
Novità dal Simposio della International Association for Comparative Research on Leukemia and Related Diseases (IACRLRD) che si è aperto oggi a Bologna, promosso dall’Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori di Meldola (IRST IRCCS intitolato a Dino Amadori). Questo congresso rappresenta uno dei più importanti eventi specialistici nel campo dell’oncoematologia e testimonia la capacità dell’Italia di creare collaborazioni a livello internazionale.
Secondo i dati forniti dal professor Giovanni Martinelli, direttore scientifico dell’Istituto Dino Amadori e presidente IACRLRD, oggi il 70% delle persone colpite da tumori del sangue guarisce oppure ottiene una remissione completa. Ciò rappresenta un notevole aumento rispetto al 30% registrato quindici anni fa. Nell’Istituto Amadori a Meldola studi clinici innovativ aprono la strada a nuovi approcci nella cura dei tumori del sangue.
Uno dei principali temi affrontati durante il congresso è l’immunoterapia con CAR T, che si basa sui linfociti del paziente modificati geneticamente. Secondo il professor Martinelli, i virus svuotati, neutralizzati e utilizzati come vettori di terapie possono costituire una parte essenziale di questa tecnologia, che si sta rivelando estremamente efficace nel trattamento dei tumori del sangue. In particolare, la ricerca traslazionale, su cui si focalizza il Congresso IACRLRD, svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo di nuove strategie.
I tumori del sangue più frequenti, come i linfomi, le leucemie e il mieloma multiplo, colpiscono circa 35mila persone ogni anno in Italia. Grazie agli importanti progressi nel campo della medicina di precisione, oggi sono disponibili trattamenti altamente efficaci come gli anticorpi monoclonali bispecifici, che colpiscono le cellule tumorali con estrema precisione. Secondo Martinelli, è fondamentale che i pazienti vengano trattati in centri di riferimento, in grado di garantire l’applicazione della medicina di precisione attraverso la ricerca delle mutazioni genetiche e la scelta della terapia più adatta.
Martinelli sottolinea anche l’importanza del trattamento precoce delle malattie del sangue, come la leucemia mieloide acuta e il mieloma multiplo, per aumentare le possibilità di guarigione. In alcuni tipi di leucemia, come la leucemia linfatica cronica, si ottiene una percentuale di remissioni durature di malattia che si avvicina al 90%. Inoltre, risultati significativi si stanno raggiungendo nella leucemia promielocitica e nella leucemia con mutazioni dei geni IDH1 e IDH2, grazie alla ricerca mirata di queste lesioni genetiche.
I virus diventano dunque alleati nella sfida contro i tumori del sangue. Attraverso un processo di ingegnerizzazione possono essere utilizzati come veicoli per trasportare l’informazione genetica all’interno delle cellule immunitarie. L’avvento delle CAR T ha segnato un progresso notevole. Negli anni stati ottenuti risultati importanti anche nel mieloma multiplo, così come nei linfomi e nella leucemia linfoblastica ricaduta e refrattaria. E ora la ricerca sta analizzando questo approccio nei casi di malattia minima residua, con l’obiettivo di eradicare completamente la neoplasia ematologica.
Al congresso di Bologna, organizzato presso il Royal Carlton Hotel, ricercatori di fama mondiale fanno il punto sulle recenti scoperte e si adoperano per favorire la collaborazione e lo scambio di conoscenze tra esperti internazionali nel campo delle malattie del sangue. L’Italia, grazie a istituzioni di eccellenza come l’Istituto Dino Amadori di Meldola, si conferma un leader nella ricerca e nella cura di patologie complesse.