Tumore al seno, terapia adiuvante riduce il rischio recidiva

Risponde Lorenzo Livi, professore di radioterapia a Firenze. I vantaggi dei trattamenti con abemaciclib più terapia endocrina nel setting precoce

7 gennaio 2024
Female breast anatomy with breast cancer cells

Si chiama carcinoma mammario, è il tumore femminile più diagnosticato nel nostro Paese; i programmi di screening permettono di effettuare sempre più spesso la diagnosi nei primi stadi di malattia, quando il cancro è circoscritto, operabile e senza metastasi. Lorenzo Livi, professore ordinario di radioterapia all’Università di Firenze, direttore del Centro di radioterapia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi, aiuta a comprendere l’importanza della diagnosi precoce e il ruolo delle terapie.

 

Quando possiamo parlare di Early Breast Cancer (EBC) e perché è fondamentale lo screening?

“Possiamo parlare di tumore al seno in fase iniziale quando la neoplasia è limitata allo stadio I o allo stadio II, quindi un tumore con diametro uguale o inferiore a 2 centimetri ma con la presenza di metastasi nei linfonodi ascellari dello stesso lato; oppure è un tumore del diametro tra i 2 ed i 5 centimetri con la presenza o l’assenza di metastasi nei linfonodi ascellari dello stesso lato. Un tumore ancora circoscritto e che si può operare”.

 

Qual è il percorso che si trovano ad affrontare queste pazienti?

“Le pazienti arrivano già con una diagnosi conseguente allo screening, vengono valutate clinicamente da un team oncologico multidisciplinare che decide se intervenire chirurgicamente e/o successivamente vengono valutate per essere sottoposte a terapia sistemica e radioterapia”.

 

Quali sono le forme di malattia a più alto rischio di recidiva e perché sono così definite?

“A seconda dei parametri biologici e dell’effettivo stadio di malattia le pazienti seguono un preciso programma terapeutico. Le forme a più alto rischio sono quelle avanzate spesso con linfonodi ascellari positivi oppure le forme più aggressive in cui le probabilità che la malattia si ripresenti è maggiore. Il tasso di recidiva decresce a partire dai tumori triplo negativi, HER2 enriched, luminali B ed infine luminali A”.

 

Quali sono i numeri del tumore al seno in generale, e in particolare dell’Early Breast Cancer?

“In Toscana si registrano 3.400 tumori della mammella ogni anno, di questi circa il 70% sono tumori diagnosticati in fase iniziale”.

 

Relativamente al Centro di riferimento da lei diretto come è organizzata la presa in carico delle pazienti?

“Nel nostro Centro seguiamo circa mille nuovi casi di tumore della mammella l’anno. Qui le donne vengono valutate per accedere al percorso diagnostico-terapeutico e per il follow up. Al nostro interno abbiamo tutti i principali servizi utili”.

 

Da più di vent’anni si attendevano progressi sostanziali nella terapia adiuvante del tumore al seno in fase iniziale con recettore ormonale + e recettore negativo all’espressione della proteina HER2: cosa significa, per voi specialisti, avere a disposizione una nuova opportunità terapeutica?

“Significa dare maggiori opzioni di cura e di sopravvivenza alle nostre pazienti, dare vita”.

 

Al congresso europeo di oncologia, Esmo, 2023, sono stati presentati i dati di efficacia a 5 anni dello studio MonarchE, quali novità hanno determinato?

“I risultati di questo studio hanno dimostrato che i trattamenti con abemaciclib più terapia endocrina nel setting precoce avevano un rischio ridotto di ricomparsa del tumore rispetto alle pazienti trattate solo con cure ormonali, con un beneficio assoluto a 5 anni del 7,6% per quanto riguarda la ricaduta del tumore a livello mammario e del 6,7% per l’insorgenza delle metastasi in altri organi, confermando l’efficacia a lungo termine di questo approccio terapeutico”.

 

Quali sono le evidenze di efficacia nel tempo, in particolare per quanto riguarda la riduzione del rischio di recidiva e metastasi?

“Abemaciclib viene somministrato nelle pazienti metastatiche fino a progressione di malattia e nel setting precoce, quindi come terapia adiuvante, viene somministrato per due anni. È un farmaco orale, maneggevole e ben tollerato con scarsi effetti collaterali come la diarrea”.