La salute delle donne, l'appello di Mattarella: “Rafforzare la medicina di genere”
L'appello del Capo dello Stato per eliminare le disuguaglianze sanitarie che penalizzano le pazienti. Schillaci: “Clinical trials specifici”

La salute delle donne
Una medicina di genere che ponga al centro le donne: seppur la platea femminile, infatti, possa vantare un'aspettativa di vita più alta, di converso si trova a fare i conti con una maggior convivenza con le patologie croniche. Senza considerare, inoltre, come i trial clinici spesso arruolino ancora solamente uomini, senza considerare le divergenze biologiche. Una serie di riflessioni sul tema arriva dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata della Salute della Donna, istituita nel 2015 su iniziativa della Fondazione Atena Onlus e promossa dal Ministero della Salute, che si celebra ogni 22 aprile.
La salute della donna
"La Costituzione italiana, all'articolo 32, riconoscendo la salute come diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività, afferma il principio della pari dignità di ogni persona, garantendo un equo accesso alle cure mediche. Una prescrizione che fa propria la necessità di percorsi di cura con strumenti e protocolli pienamente adeguati alla salute femminile", scrive Mattarella. "Negli ultimi anni – aggiunge il presidente – l'Italia ha intrapreso importanti passi avanti in questa direzione, introducendo la medicina di genere nel Servizio Sanitario Nazionale con la Legge n. 3 del 2018 che ha promosso un approccio sanitario più sensibile alle differenze tra uomini e donne, valorizzando le specificità femminili nella ricerca, nella prevenzione e nell'assistenza sanitaria, in linea con gli obiettivi globali di salute stabiliti dall'Agenda 2030”.
"Nonostante questi progressi significativi – continua il capo dello Stato – persistono tuttavia ancora marcate disuguaglianze sanitarie che penalizzano le donne. L'aspettativa di vita superiore rispetto a quella degli uomini, inoltre, si accompagna a un'incidenza più elevata di malattie croniche, con una vulnerabilità più accentuata rispetto a quella maschile. Occorre quindi proseguire sulla strada intrapresa, rafforzando la medicina di genere, con gli investimenti nella ricerca, nella prevenzione, nell'educazione sanitaria e nella formazione specifica dei professionisti. Migliorare la salute delle donne significa contribuire al benessere della intera società". Anche il ministro della Salute, Orazio Schillaci, si è espresso, a margine dell’evento organizzato all’Agenas, in occasione della decima edizione della Giornata nazionale della Salute della Donna. “Abbiamo in mente una prevenzione a 360 gradi che guardi a tante malattie, non solo oncologiche”. Schillaci ha inoltre sottolineato l’importanza di ampliare l’orizzonte della prevenzione femminile, includendo anche patologie come l’endometriosi, definita “un problema molto serio su cui la ricerca può fare ancora passi avanti”, richiamando, inoltre, l’attenzione sulla necessità di una maggiore inclusività nella ricerca clinica: “Nei programmi per i clinical trials spesso vengono arruolati solamente uomini, mentre dovrebbero essere specifici per le donne, per offrire a tutti le migliori possibilità di cura”.
Salute mentale femminile
Il nodo della scarsa conoscenza delle differenze di genere si traduce in una pesante disparità nelle fasi di studio clinico, diagnosi e terapia anche nell'ambito della salute mentale. Questi dati sono stati al centro del corso di formazione “Colmare il divario sulla salute mentale della donna: affrontare le disuguaglianze nelle cure”, organizzato dalla Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia (SINPF) e Fondazione ONDA ETS (Osservatorio Nazionale sulla salute della donna e di genere) in occasione della Festa della Donna 2025. "Mettiamo in luce una problematica che per essere affrontata necessita un approccio olistico e mirato – ha spiegato Francesca Merzagora, Presidente di Fondazione Onda ETS –. Ampliamento dei servizi, riduzione dei costi per facilitare l’accesso alle cure, sviluppo della telepsichiatria, supporto alle vittime di violenza, sono tra le strategie da implementar". "Disuguaglianze di genere nel campo della salute mentale che sono evidenti sia a livello globale che in Italia, con le donne che ne pagano il prezzo più alto – hanno sottolineato i co-presidenti della Sinpf, Matteo Balestrieri e Claudio Mencacci –. Non solo perché la popolazione femminile è più vulnerabile rispetto ad alcune problematiche neuropsichiatriche, ma anche perché la scarsa conoscenza delle differenze di genere si traduce in una pesante disparità sia nella fase diagnostica che in quella terapeutica".
La gratitudine verso il Capo dello Stato
A seguito dell'appello di Mattarella, Women 20 (W20), gruppo ufficiale del G20 dedicato alla promozione dell'uguaglianza di genere e all'empowerment femminile, ha espresso la propria gratitudine a Mattarella: "Nel suo intervento, il Presidente ha richiamato con forza l'urgenza di affrontare le marcate disuguaglianze sanitarie che ancora penalizzano le donne, pur riconoscendo i progressi compiuti negli ultimi anni grazie all'introduzione della medicina di genere nel Servizio Sanitario Nazionale. L'attenzione del Capo dello Stato verso l'elevata incidenza di malattie croniche tra le donne e la necessità di percorsi sanitari più adeguati e sensibili alle differenze di genere è un segnale importante per l'intera comunità internazionale".