Meteo e benessere: "Come la cronobiologia condiziona l’umore"
La sensibilità al cambiamenti climatici o meteopatia, si manifesta con disturbi psichici e fisici come stanchezza, irritabilità, alterazioni del sonno...

La sensibilità al cambiamenti climatici o meteopatia, si manifesta con disturbi psichici e fisici come stanchezza, irritabilità, alterazioni del sonno...
La sensibilità al cambiamenti climatici o meteopatia, si manifesta con disturbi psichici e fisici come stanchezza, irritabilità, alterazioni del sonno e dell’umore. "Questa condizione – spiega Massimo Clerici, professore di psichiatria Università degli Studi Milano-Bicocca – è legata alla cronobiologia che regola il funzionamento del nostro cervello e del nostro corpo e subisce l’influenza delle variazioni esterne". Sebbene, "sia difficile affermare che le persone sane, siano così sensibili ai mutamenti climatici da subire delle modificazioni rapide – prosegue – questa condizione non va sottovalutata". Discorso diverso "per le persone affette da disturbo bipolare o depressione – sottolinea – patologie che hanno un andamento stagionale e risentono di determinati cambiamenti come la riduzione della luce solare nel caso della depressione. Nel disturbo bipolare poi, che ha un andamento a ricaduta e remissione, c’è una relazione temporale regolare tra l’esordio degli episodi maniacali e ipomaniacali o depressivi e un particolare periodo dell’anno. In generale, sulla depressione influisce il passaggio autunno-inverno, sulla mania quello primavera-estate".
Un’informazione che "può essere molto utile per i familiari – afferma lo psichiatra – perché riconoscere e monitorare al cambiamento di stagione i sintomi premonitori, come accensioni di episodi di mania o cadute depressive molto rapide, permette loro di essere più rapidi nel sollecitare il contatto con lo psichiatra o nelle situazioni più difficili il ricovero". Anche le variazioni del tempo nella stessa giornata hanno un loro peso."Sono un fattore di stress perché determinano dei cambiamenti a livello dei nostri neurotrasmettitori, in particolare la serotonina che è quella che si lega di più alla stabilizzazione dell’umore". Per limitarne le conseguenze esistono però alcune soluzioni. "Nelle persone sane meteopatiche, è fondamentale ridurre le situazioni di stress legate alla vita quotidiana. Nelle persone portatrici di patologie mentali, invece, tutto è potenziato e solo i farmaci possono essere d’aiuto".
Inoltre, puntualizza l’esperto "il paziente depresso riconosce i segnali e chiede aiuto, quello con disturbo bipolare, maniacale o ipomaniacale, non lo fa perché ha una sensazione di benessere e di potenza. Per questo sono necessari i farmaci associati a interventi psicoeducativi che mirano a fare apprendere delle abilità di controllo di queste manifestazioni e, in casi estremi, ricorrere a un TSO". Gli effetti dei cambiamenti del clima sul nostro benessere sono quindi reali, tanto che "nei manuali diagnostici, esiste uno specificatore ad hoc per l’andamento stagionale. Questo significa che non stiamo parlando di ipotesi ma di una verifica clinica scientifica su quello che è l’andamento di questi disturbi. Questo dovrebbe anche rassicurare le persone che ne soffrono perché essendo reali, possono essere affrontati e curati. L’importante è non fare finta di nulla", conclude Clerici.