Giornata nazionale contro leucemie e linfomi, iniziative AIL
Numero verde con ematologi, focus sui progressi della ricerca
Oggi si celebra la 18esima edizione della Giornata nazionale per la lotta contro leucemie, linfomi e mieloma, posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. AIL, Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma, mette in campo varie iniziative per diffondere l’informazione sui progressi della ricerca scientifica e per supportare i pazienti ematologici. Nell’arco della giornata sarà attivo il Numero Verde AIL Problemi Ematologici 800 22 65 24.
Trapianto di midollo, quando e perché
Tre domande a Massimo Martino, presidente GITMO, Gruppo Italiano per il Trapianto di Midollo Osseo
In oncoematologia, quali sono le patologie più frequenti per le quali può essere indicato il trapianto di midollo?
“La patologia maggiormente trattata è stata finora la leucemia acuta mieloide, seguita dalla leucemia acuta linfoblastica e dalle mielodisplasie, in linea con quanto avviene sia in Europa che nel resto del mondo. Un certo numero di trapianti allogenici è ancora effettuato nei linfomi”.
Quali sono le novità principali in campo trapiantologico?
“Indubbiamente le terapie cellulari (CAR-T) stanno rivoluzionando il trattamento, soprattutto nei linfomi non Hodgkin, in particolare nelle forme più aggressive, quali il tipo a grandi cellule e il mantellare. Dai recenti congressi internazionali Dai congressi internazionali, in particolare dall’Asco, il meeting americano di oncologia medica, e da EHA, congresso della Società europea di ematologia, appena concluso a Francoforte, arrivano importanti evidenze per il mieloma multiplo”.
Quali le criticità per un centro autorizzato riguardanti la gestione organizzativa, la sicurezza e gli effetti collaterali per i pazienti?
“L’avvento delle CAR-T ha comportato una riorganizzazione importante dei centri di trapiantologia. Il percorso di cura comprende il momento della somministrazione della terapia cellulare e la gestione delle tossicità acute, ma anche la selezione dei pazienti eleggibili, la terapia ponte in attesa del ricovero, la gestione delle reazioni tardive”.
Immunoterapia nei linfomi
Andrés J.M. Ferreri, presidente FIL, Fondazione Italiana Linfomi, risponde alle domande su immunoterapia e nuovi orizzonti della ricerca
La ricerca ha fatto grandi passi avanti per la cura dei linfomi, oggi importanti evidenze arrivano dall’immunoterapia. Quali sono i vantaggi immediati?
“Questa strategia mira a risvegliare e potenziare le difese immunitarie rivolgendole contro i tumori, nel nostro caso contro i linfomi. I vantaggi per i pazienti sono un minor profilo di tossicità con una miglior tolleranza e un effetto antitumorale superiore”.
Che cosa possiamo aspettarci dal futuro della scienza?
“Sicuramente uno dei traguardi è quello di individuare nuovi bersagli terapeutici oltre ai CD20, CD19, CD30, CD79b, in modo da curare anche altre forme di linfoma che come risultati, oggi come oggi, sono fuori dalla nostra portata. Un altro punto importante riguarda la combinazione di diversi farmaci: ci sono alcuni studi in corso che combinano anticorpi bispecifici con agenti costituiti dalla somma di un anticorpo e di un farmaco tossico per le cellule tumorali, chiamati ADC (antibody-drug coniugate). La combinazione dei farmaci può comportare un effetto sinergico, ma bisognerà testare la terapia”.
Quale sarà lo spazio per gli anticorpi monoclonali e bispecifici nel trattamento dei linfomi e in quali pazienti saranno indicati?
“È necessario fare una distinzione: gli anticorpi finora approvati riguardano i pazienti affetti da linfoma diffuso a grandi cellule B recidivato o refrattario e attendiamo a breve l’approvazione per i pazienti affetti da linfoma follicolare recidivato o refrattario. Oggi, sono numerosi gli studi in corso il cui obiettivo è cercare di collocare gli anticorpi bispecifici come parte della prima linea di trattamento di questi tipi di linfomi. La speranza è che a breve queste indicazioni possano essere estese a linfomi meno frequenti, ma altrettanto aggressivi, come il linfoma a cellule mantellari e il linfoma di Burkitt, e che, attualmente, rappresentano ancora un “unmet clinical need” vale a dire, tumori per i quali sono necessari importanti progressi terapeutici”.