Fra le cause della dipendenza da smartphone anche l'effetto camaleonte

Il fenomeno rilevato in uno studio condotto da etologi

di Redazione Salus
21 marzo 2023
phubing-smartphone

Chatta tu, che navigo anche io. Secondo lo studio di alcuni etologi, in un gruppo di persone si viene a creare un fenomeno di imitazione inconscia per ciò che concerne il gesto di prendere in mano lo smartphone ed interagire con esso. Vedere qualcuno a noi vicino che guarda lo schermo e inizia a interfacciarsi, stimolerebbe in noi l’istinto di fare lo stesso.

 

La familiarità sembra avere un ruolo chiave nel favorire la risposta mimica nell’uso degli smartphone e, potenzialmente, nella dipendenza da questi dispositivi. A rivelarlo è un recente studio condotto da un gruppo di etologi del dipartimento di biologia dell’Università di Pisa e pubblicato sulla rivista Human Nature edita da Springer. “Durante la pandemia Covid-19 – spiega la professoressa Elisabetta Palagi dell’Ateneo pisano – abbiamo condotto un primo esperimento per valutare gli effetti del lockdown sulla risposta mimica nell’uso degli smartphone. I risultati” hanno confermato il fenomeno e “dimostrato che le limitate interazioni sociali dal vivo possono modificare, almeno nel breve termine, il modo in cui interagiamo con gli altri rendendoci più inclini a impegnarci in interazioni sociali ‘virtuali’. A distanza di un anno abbiamo fatto un nuovo esperimento i cui risultati sono stati, da un certo punto di vista, sorprendenti”: “Questo fenomeno non scompare nel tempo, come era invece lecito attendersi, ma sembra essere strettamente legato al ‘gradiente di familiarità‘. Come avviene con la risata o lo sbadiglio, anche la risposta mimica nell’uso dello smartphone è più evidente quando si è insieme a persone che si conoscono”.

 

“Ad innescare quello che viene definito dalla scienza come ‘effetto camaleonte‘, ossia l’imitazione inconscia dei comportamenti altrui, è la direzione dello sguardo di chi, in un gruppo, utilizza lo smartphone per primo”, spiega Veronica Maglieri, primo nome nel lavoro che ha messo in evidenza questo elemento di novità . Se è ben noto come lo sguardo sia, tra gli animali sociali, un elemento di comunicazione importantissimo, “è la prima volta – si afferma – che tale meccanismo viene rilevato in relazione agli oggetti manipolati dagli individui che interagiscono”.