Farmaci a rischio con i dazi USA: Trump annuncia nuove tariffe, l’Europa teme carenze e rincari
Il ministro Schillaci frena: “Con lo stop do 90 giorni, abbiamo tempo per trovare soluzioni”. Ma l’industria farmaceutica mette in guardia su aumenti dei prezzi, fuga degli investimenti e carenze dei medicinali essenziali per milioni di pazienti cronici

Trump ha annunciato nuove tariffe anche sui farmaci
Roma, 10 aprile 2025 – Dazi Usa sospesi per 90 giorni, ma il nodo dei farmaci rimane. Donald Trump ha annunciato ieri "importanti tariffe sulle importazioni farmaceutiche”. Nell’attesa di capire se e come le prossime mosse di Trump possano coinvolgere il settore farmaceutico, facendo schizzare il costo dei prodotti che ricadrebbero sul Sistema sanitario e sui pazienti, in Europa c’è stata una levata di scudi da parte dell’industria del farmaco.
“Credo che sia un argomento nel quale ci vuole buonsenso, ci vuole negoziazione. Se guardiamo poi al mondo del farmaco, in particolare, si tratta di un argomento sensibile”, commenta il ministro della Salute Orazio Schillaci.
Ma Farmindustria avverte: “Dazi sui farmaci? Significa scherzare con il fuoco”. i dazi avrebbero un effetto immediato, secondo il presidente Cattani: “Spostare gli investimenti in Cina, che ha una strategia molto chiara sulla salute. Dopo Wuhan, il presidente Xi Jinping ha annunciato 600 miliardi di investimenti di dollari in 10 anni per rafforzare l'industria farmaceutica cinese e ha allungato il brevetto come gli Stati Uniti".
L’ultimatum alla Ue
L’industria farmaceutica lancia un ultimatum all’Europa: o si inverte la rotta semplificando la burocrazia e le procedure dei brevetti, oppure i colossi del farmaco fuggiranno negli Usa. "Su 10 prodotti autorizzati in Europa, 2 sono europei e gli altri 5 americani e 3 cinesi. Dobbiamo semplificare le procedure”, dice Stefano Collatina, presidente Egualia, l’associazione di vategoria dei farmaci generici.
Schillaci: “Ripercussioni sulla disponibilità dei farmaci”
"Colgo positivamente il fatto che la data sia stata posticipata di 3 mesi – sottolinea Schillaci – questo dà tempo per trovare delle soluzioni". Non solo. "All'inizio – ha ricordato il ministro – i farmaci non erano stati messi tra gli oggetti di questi dazi. E su questo faccio una riflessione: come sapete gli Stati Uniti, ma come anche molti Paesi europei, dipendono per tanti principi attivi da altre nazioni, penso alla Cina, all'India. Quindi il fatto di applicare i dazi potrebbe avere poi delle ripercussioni anche sulla disponibilità dei farmaci per i cittadini americani. Quindi è un argomento sensibile, che credo vada inquadrato all'interno di tutto il problema dei dazi".
Farmindustria: “A rischio la continuità terapeutica”
"Dazi sui farmaci significa scherzare con il fuoco e il fuoco è la salute dei pazienti americani. In 3 giorni sono stati bruciati 9.500 miliardi di dollari in capitalizzazione delle aziende. Credo che il consenso politico dell'attuale presidenza americana avrebbe una botta inesorabile se si andassero a toccare i farmaci, quindi con un rischio di carenza e continuità terapeutica, di aumento dei costi dei farmaci stessi, e di aumento dei costi assicurativi e previdenziali per i cittadini americani". È il quadro tracciato dal presidente di Farmindustria, Marcello Cattani.
Egualia: “Il sistema deve essere sostenibile”
Reazioni anche dal mondo dei farmaci equivalenti, che “sostengono le terapie dei pazienti cronici”. Il settore chiede aiuto all’Europa: semplificare la strategia. “Bisogna capire come ottenere un farmaco equivalente che rende il sistema sostenibile e in grado di competere in un mercato difficile. Su 10 prodotti autorizzati in Europa, 2 sono europei e gli atri 5 americani e 3 cinesi. Dobbiamo semplificare le procedure”, dice Stefano Collatina, presidente Egualia.
Il settore è in già in difficoltà. “C'è stato un aumento dei costi dei farmaci (per le materie prime, ndr) che ha eroso margine. I prezzi dei farmaci sono rigidi, è un mercato regolato. Se si aumentano del 25% i costi, non solo dei principi attivi, ma anche di vetro, carta, pallet, blister e, a questi, si sommano le altre tasse, la produzione dei farmaci diventa non sostenibile", avverte il presidente Equalia.
Farmaci equivalenti: “Sostengono i pazienti cronici”
"La produzione di farmaci per pazienti cronici – precisa – è sostenuta dall'equivalente: 4 milioni di pazienti diabetici in Italia sono curati con metformina, che costa solo 1,5 euro per 30 compresse. Una compressa costa meno di 3 centesimi. Se si mette il dazio, tra 2 anni non abbiamo più la metformina. Questo vale per il diabetico, ma vale anche per gli scompensati, per il furosemide".
Tornando sulla necessità della semplificazione, "la stessa direttiva europea sulle acque reflue rischia di fare quello che si è fatto nell'automotive. Questa proposta – evidenzia Collatina – prevede che le aziende farmaceutiche debbano pagare una tassa perché il farmaco assunto dai pazienti, inevitabilmente, finisce nelle acque reflue. Questo erode margine e rende insostenibile la produzione''.