Donne in Meta, lotta al tumore del seno con Race For The Cure
Ha preso il via dal Circo Massimo a Roma, nel villaggio della Race For The Cure, la mobilitazione per la lotta al tumore del seno (a fare gli onori di casa Riccardo Masetti, fondatore di Komen Italia). Torna in campo per l’occasione Donne in Meta, campagna promossa da Gilead Sciences in collaborazione con Europa Donna Italia, con il patrocinio di Susan G. Komen e il supporto di Women for Oncology. Fare squadra coinvolgendo tutte le donne colpite da cancro mammario, questo l’imperativo, con una particolare attenzione nei confronti delle donne meno fortunate, alle prese con forme triplo negativo. Quest’ultima, tra tutte, è una neplasia particolarmente aggressiva, che tende a diffondere con metastasi senza esprimere quei classici recettori, bersagli che abbiamo imparato a conoscere.
Sommario:
- Triplo negativo, che cos’è
- Consulenze specialistiche
- Ricerca sul cancro
- Breast unit
- Solidarietà
- Diagnosi precoce
Triplo negativo, che cos’è
Ai fini della prevenzione, diagnosi e cura del cancro mammario, la denominazione “triplo negativo” indica una condizione genetica particolare nelle pazienti, laddove mancano sia il recettore dell’estrogeno (ER), sia quelli del progesterone (PR) e del recettore 2 per il fattore di crescita epidermico umano (HER2), con la conseguente impossibilità di ricorrere a terapie a bersaglio molecolare, più efficaci e meno invasive, come avviene invece negli altri casi di tumore al seno. Nella mammella infatti, oltre alla chirurgia e alla radioterapia, sono le forme che esprimono recettori a rappresentare il punto di svolta, in quanto vengono individuate più facilmente dai farmaci sofisticati che vanno a colpite le cellule neoplastiche e le tolgono dalla circolazione. Le forme triplo negativo sfuggono, invece, ai radar della farmacologia.
Consulenze specialistiche
L’oncologia si rivela sempre un ruolo chiave nella relazione con le pazienti, raccoglie le richieste di aiuto e deve esprimere le terapie personalizzate valutando caso per caso. Come missione, Donne in Meta (www.donneinmeta.net) promuove pure consulenze specialistiche fondamentali (psicologia, sessuologia, medicina estetica e nutrizione). Certi consigli sono preziosi, aiutano a sentirsi donne (e madri) anche in presenza della malattia, senza abbruttimenti. La conoscenza delle opzioni disponibili quando si manifesta una malattia aiuta a volersi bene, contribuisce a preservare una quotidianità fatta di affetti e rapporti sociali.
Messaggi confortanti
Secondo un’indagine condotta dall’ Osservatorio di Donne in Meta in collaborazione con Elma Research, su un campione di pazienti con età media di 54 anni residenti in tutta Italia, il 57% dichiara di voler stare di più con le persone care, il 49% di cercare di fare solo cose che interessano davvero, cercando confronto con altre donne che stanno vivendo la stessa condizione. L’85% delle pazienti in cura si dichiara soddisfatta e fiduciosa nei confronti dei medici, per quasi la metà (42%) vorrebbero la consulenza di altre figure specialistiche a fianco di quella dell’oncologo, due su dieci desiderano un supporto psicologico a stretto contatto con una associazione di riferimento.
Ricerca sul cancro
Migliorare la qualità di vita del percorso di cura diventa un aspetto fondamentale anche alla luce del fatto che la ricerca scientifica ha permesso oggi soluzioni (terapie) che fino a qualche anno fa erano considerate nel libro dei sogni, e sono diventate realtà. «Dopo la fase chirurgica – spiega Alessandra Fabi, responsabile della medicina di precisione in senologia al Gemelli di Roma – nel carcinoma mammario la chemioterapia rimane prioritaria, ma a questa si possono oggi associare l’immunoterapia e trattamenti farmacologici mirati in base alle mutazioni genetiche che caratterizzano le diverse forme. Per quanto riguarda il carcinoma mammario triplo negativo metastatico, la ricerca sul cancro fa progressi, e consente già adesso di innalzare la qualità della vita, gli indici sopravvivenza dopo la diagnosi».
Breast unit
Promuovere la qualità di vita e l’adesione alla terapia sono due facce della stessa medaglia. La grande scommessa ruota attorno alla costituzione di Breast Unit in tutta Italia, strutture organizzate in modo da mettere sempre la paziente al centro, con specialisti che parlano la stessa lingua operando in modo coordinato.
Solidarietà
Incertezza sul futuro, debolezza e paura sono i sentimenti che accompagnano il momento della scoperta della malattia, soprattutto se presente in forma aggressiva. «Spesso – ha scritto Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia – dopo la diagnosi di carcinoma mammario le donne smarriscono la loro identità. Diventa quindi importante saper chiedere aiuto, in quanto “non siamo la malattia”. C’è una rete solidale composta dalla famiglia, dagli amici, dalle associazioni che può aiutare a mettere insieme i pezzi del puzzle in cui si vede frantumata la propria esistenza».
Diagnosi precoce
Anche nella lotta al tumore al seno triplo negativo, un elemento fondamentale è rappresentato dalla tempestività nella diagnosi. «È fondamentale mantenere sempre alta l’attenzione sul tema della prevenzione, – afferma la professoressa Daniela Terribile, presidente Komen Italia – prevenire significa sia adottare uno stile di vita sano sia eseguire con la giusta periodicità esami specialistici, garantendo in questo modo diagnosi precoci e percentuali di sopravvivenza superiori al 95% con terapie meno invasive». «Investiamo nella ricerca più innovativa – ha aggiunto da parte sua Gemma Saccomanni, di Gilead Sciences – per riuscire a individuare terapie per malattie con maggior impatto, come il tumore al seno», Siamo consapevoli che questo traguardo si può raggiungere lavorando in squadra».