Come riconoscere una afasia, rieducazione del linguaggio
La tempestività nelle cure, dopo un ictus o un trauma, fa la differenza. Programmi per recuperare l'uso delle parole
L’afasia è un disturbo del linguaggio che affligge circa il 30% dei soggetti colpiti da ictus, incapacità ad articolare bene le parole, che possono risultare al limite incomprensibili. Eppure oggi è possibile riprendersi da un ictus, riconquistare la proprietà di linguaggio, senza gettare la spugna. Si è visto negli States, nel caso di John Fetterman, recentemente eletto senatore della Pennsylvania, che era stato colpito da ictus nel maggio scorso.
“L’afasia – ha scritto Andrea Vianello, presidente di Alice Italia (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale) – deve essere gestita e affrontata senza fingere che non sia successo nulla, senza sensi di colpa e cercando di prendere anche qualcosa di buono da questa esperienza sconvolgente, anche se il percorso di guarigione può essere lungo, faticoso, spesso avvilente. L’elezione a senatore di Fetterman è un esempio lampante: nonostante le difficoltà causate dall’ictus è riuscito ad ottenere un risultato strabiliante. Grazie alla prontezza della moglie e alla tempestività dei soccorsi, Fetterman ha potuto evitare conseguenze più gravi. L’ictus cerebrale è una patologia strettamente correlata al tempo, nel senso che ogni minuto è fondamentale: più precocemente si interviene, migliori possono essere i risultati ottenuti grazie alle terapie disponibili.
Riconoscere i sintomi
Debolezza da un lato del corpo, bocca storta, difficoltà a parlare o comprendere (afasia), muovere con minor forza un braccio, una gamba o entrambi, vista sdoppiata o campo visivo ridotto, mal di testa violento e improvviso, insorgenza di uno stato confusionale, non riuscire a coordinare i movimenti né stare in equilibrio: questi sintomi – che si distinguono in base alla sede e all’estensione dell’area del cervello colpita – indicano chiaramente che potrebbe trattarsi di un ictus cerebrale. Se compare anche uno solo di questi sintomi, è necessario chiamare subito il 112 (in quelle regioni dove è attivo il numero unico di emergenza) o il 118. Per ridurre il rischio di mortalità ed evitare ictus particolarmente gravi, è fondamentale che la persona venga portata il più rapidamente possibile negli ospedali, possibilmente dotati dei centri organizzati per il trattamento, cioè le Unità Neurovascolari (Centri Ictus – Stroke Unit). Non solo: è fondamentale essere attivi nel tutelare la propria salute fin da giovani e avere una maggiore consapevolezza sui principali fattori di rischio per prevenire l’insorgenza di malattie cerebrocardiovascolari”.
Contro l’ictus cerebrale ogni minuto è prezioso, riconoscere quanto prima i sintomi premonitori è di vitale importanza, dato che la finestra temporale per intervenire efficacemente è racchiusa nelle prime 4-5 ore, massimo 6 ore. Quasi 150.000 italiani vengono colpiti ogni anno da stroke, e la metà dei superstiti riporta una disabilità che si trascina nel tempo. In Italia, le persone che hanno avuto un ictus e sono sopravvissute, con esiti più o meno invalidanti, sono circa un milione.
Logopedia
L’afasia ha costretto al ritiro dalle scene l’attore Bruce Willis. Viene definita come un deficit parziale o totale nei processi necessari alla comprensione e produzione del linguaggio (sia scritto che parlato) a causa di “un danno focale cerebrale che spesso riguarda l’emisfero dominante, il sinistro”. L’ictus è la principale causa di afasia – ha scritto Tiziana Rossetto, presidente Fli (federazione dei logopedisti italiani) – la seconda causa di afasia è il trauma encefalico, anche i tumori encefalici possono dare afasia. Se si escludono traumi, ictus e tumori cerebrali, è possibile che l’afasia (e la disartria, disturbo della fonetica) sia legata a una forma involutiva che colpisce i centri del linguaggio (può accadere nel Parkinson, nella sclerosi multipla o nell’Alzheimer, nelle forme ingravescenti).