Cattiva alimentazione, allarme dell'epatologo: "Fegato grasso a 11 anni"
Non soltanto limitare la quantità di cibo assunto, ma fare attenzione anche alla "sostenibilità" degli alimenti
“Cominciamo a dar da mangiare meglio ai ragazzi e non portarli in macchina a scuola”, una prescrizione semplice ma urgente a fronte dei grossi rischi a cui i minori vanno incontro a causa di stili di vita poco salubri: sono sempre di più le gravi patologie in aumento fra i giovani. Troppo cibo e poco movimento, questo – in sintesi – l’allarme lanciato dall’epatologo Claudio Tiribelli, direttore scientifico della Fondazione Italiana Fegato, a margine del workshop “Scienza e alimentazione sostenibile. Come gli strumenti scientifici possono aiutare le questioni legate all’alimentazione e alla biodiversità per il pianeta e la salute dei suoi abitanti”.
Alimentazione e sostenibilità: allarme adolescenti
In Italia “comincia a esserci allarme, soprattutto tra gli adolescenti per quanto riguarda l’alimentazione e la sostenibilità alimentare” ha spiegato Tiribelli. Un problema, quindi, che interessa sia la quantità che la qualità del cibo assunto. “La sostenibilità” ha osservato l’esperto, “incide sulla salute perché può darci cibi più ‘credibili’ per far sì che il nostro corpo rimanga sano. Il problema – ha aggiunto – oltre la qualità, è la quantità: mangiamo di più di quanto consumiamo. Il peso è come il conto in banca: se guadagno 10 e spendo 11 divento povero, se guadagno 10 e spendo 9 divento ricco. L’obeso guadagna 10 e spende 2. Dobbiamo cercare di far sì che lui aumenti le sue spese. E’ evidente che se il guadagno di 10 invece di essere fatto di junk food, come fanno i nostri ragazzi, o di bibite gasate – cibi che talvolta ci si può concedere – è fatto da una spremuta di arance coltivate in maniera propria va molto meglio”.
Tornando agli adolescenti, il tema non è più rimandabile. “Sempre di più stiamo vedendo ragazzi con patologie. Un uomo di 70 anni con steatosi del fegato non morirà di cancro al fegato ma di malattia cardiovascolare, ma un bambino di 11 anni, che ha la steatosi adesso, ha enormi possibilità di essere uno dei candidati di trapianto a 20 anni per una malattia severa”, avverte Tiribelli auspicando un rapido ma incisivo cambio di marcia, frutto di una combinazione virtuosa di elementi quali, appunto, porzioni adeguate, alimenti sani e movimento quotidiano.