Il bodybuilding aumenta di 5 volte il rischio per il cuore. “Può provocare morti improvvise anche in atleti giovani e sani”

Uno studio coordinato dall’Università di Padova ha indagato 121 decessi tra gli atleti professionisti, scoprendo che il 38% è stato causato da morte cardiaca improvvisa. “Riflessioni e interventi concreti su pratiche potenzialmente dannose”

di Redazione Salus
24 maggio 2025
I bodybuilder agonisti, ma non solo, devono avere più cura del loro cuore

I bodybuilder agonisti, ma non solo, devono avere più cura del loro cuore

Il bodybuilding mette il cuore a rischio. L’allarme vale soprattutto per i professionisti della disciplina, ma deve comunque essere preso in considerazione da tutti gli sportivi che amano farsi i muscoli in palestra.

Dai cosiddetti ‘weekend warrior’ a chi pratica regolarmente con pesi e macchine: i medici mettono in allerta sui rischi di allenamenti troppo intesi. Meglio dedicarsi a un fitness più dolce: diversi studi scientifici dimostrano non solo che camminare protegge il cuore e abbatte il rischio di 13 tipi di cancro

Per gli agonisti un rischio 5 volte superiore

A mettere in guardia chi passa ore e ore a lavorare con pesi e macchine è uno studio coordinato dall’Università di Padova e sviluppato da scienziati italiani, statunitensi e austriaci, che hanno preso in considerazione oltre 20mila atleti partecipanti alle gare dell’Ifbb, la Federazione Internazionale di Bodybuilding & Fitness.

In particolare, sono stati indagati i 121 decessi fatti registrare tra gli agonisti fino allo scorso luglio 2023. Basandosi quando possibile sui referti autoptici e sugli esami tossicologici, ma anche incrociando dati provenienti da tutte le altre fonti disponibili, i ricercatori hanno rilevato che in 46 casi (pari al 38%) si è trattato di una morte cardiaca improvvisa.

L’ispessimento o l'ingrossamento del cuore, così come la presenza di una malattia coronarica, sono spesso risultate le possibili cause all’origine dell’arresto cardiaco, ma le analisi di laboratorio hanno anche evidenziato l'abuso di sostanze dopanti da parte di diversi bodybuilder.

Inoltre, è stato scoperto che il rischio di morte cardiaca improvvisa nei bodybuilder agonisti risulta più di 5 volte superiore rispetto a chi pratica questa disciplina per puro diletto.

Nessuna condanna, ma un invito alla prevenzione

"Questi tragici eventi, che spesso colpiscono atleti giovani e apparentemente sani, evidenziano una lacuna nella nostra comprensione dei rischi per la salute a lungo termine associati al bodybuilding competitivo”, ha dichiarato all’Ansa il dottor Marco Vecchiato, ricercatore del Dipartimento di Medicina dell'Università di Padova e primo autore dello studio.

“I risultati della nostra ricerca non sono finalizzati a esprimere un giudizio sul bodybuilding, ma pongono una questione di salute pubblica e di prevenzione in una disciplina in cui si fondono idealizzazione del corpo, competizione estrema e pratiche potenzialmente dannose. La nostra analisi fornisce una base scientifica solida per avviare riflessioni e interventi concreti”.

Pubblicato sull’European Heart Journal, l’autorevole rivista scientifica della Società Europea di Cardiologia, lo studio invita tutti i praticanti ad avere un approccio più responsabile con il bodybuilding, effettuando regolari controlli medici soprattutto in ambito cardiologico ed evitando comportamenti a rischio, a partire dal doping.