Come funziona il cervello dei bambini: già a 15 mesi capiscono le parole sconosciute
Uno studio americano invita a proporre nuovi termini ai più piccoli: non rispondono, ma imparano più di quanto si possa immaginare. Comprendono il significato anche senza aver mai visto l’oggetto a cui corrisponde

Già da piccoli si sviluppa un intuito per le parole nuove
Per gli esseri umani non è necessario aver visto una cosa per impararne il nome. Anzi, accade assai spesso che apprendiamo una parola nuova intuendone il significato dal contesto, senza avere una conoscenza diretta di ciò a cui si riferisce.
Ma quando iniziamo a sviluppare questa capacità? Già a partire dai 15 mesi d’età è la risposta che arriva da un team di scienziati della Northwestern University e dell'Università di Harvard.
Domande a trabocchetto (ma non troppo)
Lo studio ha coinvolto 144 bambini, la metà di 12 e l’altra di 15 mesi d’età, che prima sono stati stimolati con nomi e immagini di cose da loro conosciute appartenenti a un particolare gruppo semantico (per esempio mela, bana e uva per la frutta) e quindi sono stati introdotti a un nuovo sostantivo (per esempio il “frutto del dragone” o il mandarino cinese “kumquat”), senza però che ne fosse loro mostrata l’immagine.
Infine, nella terza e ultima fase del test sono stati proposti due nomi con relative immagini di oggetti mai visti: uno appartenente al gruppo di riferimento e l'altro appartenente a un gruppo semantico non correlato, chiedendo ai piccoli quale fosse l’immagine del primo e osservando dove puntavano lo sguardo.
Nel test basato sui nomi dei frutti, nella terza e ultima fase è stato per esempio chiesto dove fosse il kumquat mostrando contemporaneamente la foto di quest’ultimo e quella di un frullatore.
Il risultato dell’esperimento
Il risultato dell’esperimento? I bambini di 15 mesi sono riusciti nel compito, dimostrando di sapere utilizzare gli indizi contestuali per identificare quale oggetto fosse molto probabilmente quello a cui si riferiva la parola sconosciuta, mentre i bambini di 12 mesi non hanno avuto successo nemmeno dopo un'intera settimana di addestramento al vocabolario progettato dai ricercatori.
Parlate tanto anche ai più piccoli
“I bambini recepiscono ciò che ascoltano e, anche se non è presente alcun oggetto, si formano una rappresentazione mentale del significato della nuova parola, sufficientemente forte da poter essere utilizzata in seguito quando l'oggetto di riferimento compare”, ha osservato la dottoressa Sandra Waxman, coautrice dello studio.
La mente umana è quindi in grado di formare concetti anche senza esperienza diretta e già in una fase molto precoce. Un invito a genitori e nonni a parlare con i piccoli già quando sono in tenera età e anche di cose che non hanno davanti ai loro occhi: non sarà tempo sprecato. Anzi, è un modo per sviluppare linguaggio e capacità di comprensione: perché il bambino magari non può ancora rispondervi, ma vi sta ascoltando e sta imparando più di quanto possiate immaginare.