Nel futuro della lotta ai tumori c’è la radioterapia di precisione

Sbarrare la strada ai tumori irradiando i bersagli con meno effetti collaterali: innovazione, precisione e sostenibilità sono le parole d’ordine scaturite dal congresso dell’ Associazione Italiana Radioterapia Oncologia clinica (Airo). I passi avanti più significativi riguardano l’automazione delle procedure che hanno portato a macchine multi-modali più performanti, il passaggio all’imaging funzionale, il monitoraggio in tempo reale delle dosi somministrate ai tessuti.

“La radioterapia – ha affermato Cinzia Iotti, presitende AIRO, alla conferenza stampa di presentazione del congresso di Bologna – ha assunto un ruolo fondamentale al fianco di altre discipline come chirurgia e oncologia medica. Riteniamo che in futuro potranno essere risparmiati interventi demolitivi importanti. Innovare in radioterapia significa utilizzare macchine all’avanguardia, dotate di sistemi evoluti di intelligenza artificiale. Innovare, infine, significa anche andare a integrarsi con i nuovi farmaci a target biologico e immunoterapici. Un altro scenario che guadagnerà interesse crescente sarà la radioterapia ablativa per il trattamento di patologie non oncologiche».

Altri temi di rilievo dell’assiste specialistica, frutto della ricerca sul cancro, sono la cosiddetta flash therapy, che una volta validata potrà consentire di irradiare i tessuti neoplastici in una frazione di secondi, con effetti collaterali minori, e i trattamenti su pazienti oligometastatici, vale a dire che presentano un numero limitato di metastasi a distanza.

Metastasi

«In casi selezionati la radioterapia rappresenta la modalità che combina al meglio la radicalità del trattamento e la minima invasività, rispetto ad esempio alla chirurgia – afferma Marco Krengli, primario radioterapista a Novara e presidente eletto Airo – in questi casi si impiega la stereotassi, che può erogare una dose elevata con precisione millimetrica, sulla sede della metastasi». L’identificazione di piccole metastasi a distanza è possibile con tecniche diagnostiche avanzate con TC, PET e RM e l’impiego di radioterapia a guida di immagini, che consentono una precisione elevatissima con risparmio dei tessuti sani e minimi effetti collaterali. Tale trattamento può consentire di dilazionare il trattamento farmacologico con chemioterapia, ormonoterapia e farmaci a bersaglio molecolare.

La radioterapia è indicata nel 50-60% di tutti i tumori. La tendenza oggi è quella di erogare la dose complessiva di radiazioni in un numero più limitato di sedute rispetto al passato. «Questa modalità terapeutica è stata particolarmente apprezzata durante la pandemia – sottolinea Pierluigi Bonomo, dirigente medico di radioterapia a Firenze, Careggi, coordinatore del comitato scientifico Airo – consentendo una maggiore facilitazione di accesso agli ospedali. Ad esempio, nei casi di tumore mammario, anziché fare il trattamento classico di 5 settimane di terapia si può procedere, in alcuni casi, con un trattamento di una settimana di terapia, o più comunemente di tre settimane. Numerose e solide evidenze scientifiche nel mondo supportano questo tipo di scelta”.