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«Mezze porzioni e diecimila passi per stare leggeri»

«Gli alimenti sono farmaci, l’intestino è legato a filo doppio al cervello. La composizione del piatto deve essere equilibrata e personalizzata»

22/08/2021 - di Alessandro Malpelo

Diecimila passi al giorno, riscoprire le mezze porzioni senza privarsi del piacere dei carboidrati, saziarsi eventualmente con la verdura. Sono accorgimenti che Giorgio Calabrese, nutrizionista e docente universitario di chiara fama, raccomanda a tutti, a maggior ragione a quelle persone sane che, dopo una certa età, iniziano a prendere qualche chilo di troppo, mettono su la pancia (fianchi nella donna) e invece di smaltire le calorie indugiano sul divano di casa.

Professor Calabrese, ne abbiamo viste di tutti i colori: ortoressia, digiuno intermittente, dieta paleolitica, chetogenica.
«La corretta nutrizione è uno dei fattori più importanti nel determinare la longevità, ma anche il piacere della tavola vuole la sua parte. Dobbiamo evitare di cadere nell’equivoco dei guru o delle diete fai da te. La composizione del piatto deve essere equilibrata, personalizzata, al bisogno sempre bene chiedere l’aiuto del medico, secondo i principi della medicina interna».

Dal punto di vista alimentare i trend ci spingono ad acquistare prodotti light, bio, sostituti del pasto. Perché nulla è più come prima?
«Perché c’è sempre la tentazione a venderti qualche prodotto, viene meno la cultura del cibo.
Io dico che la dieta mediterranea, frutto dei prodigi della nostra terra, è quella che ha mostrato tutta la sua validità, c’è
poco da inventare».

Quale la combinazione giusta?
«Occorre misura, sopratutto dopo una certa età bisogna ridurre l’apporto di proteine animali, da compensare con i legumi. Gli alimenti sono come farmaci, l’intestino è legato a filo doppio al cervello, questo complesso meccanismo regola la secrezione degli ormoni. Basti pensare alla fisiologia femminile: con la menopausa c’è un cambiamento repentino a livello endocrino che determina una maggiore facilità a prendere chili. Oggi si comprende meglio l’andamento del picco glicemico. Quella stessa unità di insulina, che da giovani faceva il suo dovere, con l’età si può rivelare meno efficiente».

Cambiano intanto le abitudini a tavola. Orari sballati, scelte incongrue. Quali sono gli errori ricorrenti?
«Io vedo oggi un problema preoccupante nelle quantità, nelle porzioni, che sono aumentate a dismisura. Le sollecitazioni che ci spingono a consumare sono deleterie. Occorre riscoprire le mezze porzioni, alternando bene verdure e cereali, legumi, carne e pesce. Gli alimenti devono essere igienici e sicuri. Diversamente possono squilibrare il microbiota, la flora intestinale, con le conseguenze del caso».

Che cosa possiamo fare per mantenerci leggeri e appagare il palato?
«Esiste una componente del comportamento umano legata alla psicologia, un’altra dipende dalla fisiologia. Improponibile parlare di una dieta buona per tutti, anche la dieta mediterranea va saputa interpretare».

La ricerca ha portato alla scoperta di una classe di farmaci che oltre a regolare la glicemia aiuta a controllare il peso, nel diabete. Esisterà mai una pillola miracolosa per tutti?
«La strada maestra, nella persona adulta che tende al sovrappeso, rimane quella che dicevo prima: attività fisica, come i fatidici diecimila passi al giorno che lanciai da consulente del ministero, e ridurre le quantità senza privazioni, ricorrendo alle mezze porzioni, completando con le verdure. Le terapie moderne vanno somministrate su indicazione del medico per casi specifici. Una volta si utilizzavano farmaci anoressizzanti ed estratti tiroidei, poi si è visto che erano controindicati, sono stati ritirati».

Insomma dobbiamo imparare la disciplina?
«Sostanzialmente sì, alimentazione non significa riempire lo stomaco alla cieca, occorre definire cosa mangio, quante volte lo posso mangiare durante la settimana per ricevere un senso di appagamento, perché c’è chi fa sport o svolge lavori pesanti e chi è sedentario. Ognuno deve avere la sua dieta personalizzata».

C’è sempre una moda a rilanciare diete che affamano l’organismo eliminando ora questo ora quello, che siano carboidrati, proteine o grassi.
«Errori madornali, pregiudizi immotivati e restrizioni irrazionali
spingono verso posizioni estreme, mettono a repentaglio la nostra salute. Con le diete fai-date ci priviamo di elementi basilari, a volte i glucidi, altre volte aminoacidi essenziali per il nostro organismo: sono atteggiamenti privi di giustificazione scientifica. È bene fare chiarezza: non si può prescindere da quegli alimenti fondamentali ai quali il corpo umano si è abituato da millenni, i primi organi a risentirne sarebbero il cuore e il cervello».