Tumore del pancreas: sintomi, sopravvivenza e cause più comuni

A cosa serve il pancreas e perché non tutti possono esser operate per questo tipo di cancro. Fattori di rischio. Terapie e trattamenti di cura personalizzati

di PATRIZIA TOSSI
13 marzo 2025
Un intervento al pancreas

Un intervento al pancreas

Il tumore al pancreas sta diventando la sfida più importante dei prossimi anni, sia per la medicina e la ricerca che per i pazienti che ne soffrono. “Purtroppo l'incidenza nel mondo occidentale sta costantemente aumentando. L'anno scorso in Italia ci sono stati 16mila nuovi casi e, negli ultimi anni, l'incidenza è aumentata con una media di 2-3mila casi l'anno. C'è un chiaro incremento dei numeri per questa patologia, per cause non così chiaramente definite”. A dirlo è il professor Armando Santoro, responsabile dell'Unità Operativa di Oncologia Medica dell'Istituto Clinico Humanitas di Milano”.

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È uno dei tumori più insidiosi: non dà segnali e quando i pazienti lo scoprono è troppo tardi. Il cancro al pancreas è la malattia di cui soffriva Eleonora Giorgi che, dopo la diagnosi, si era rivolta proprio a Santoro prima di ricorrere alle cure sperimentali. Tant’è che è l'unico tumore che non mostra segni di flessione dei tassi di mortalità. Ma cos’è il  pancreas, quali sono i fattori di rischio del tumore come si cura?

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Cos’è il pancreas: a cosa serve

Il pancreas è un apparato ghiandolare di forma allungata situato nell'addome e collegato all'apparato digerente. È lungo tra i 18 e i 20 centimetri ed è posizionato in profondità, tra lo stomaco e la colonna vertebrale. Svolge funzioni fondamentali per l’organismo: produce ormoni come l’insulina e il glucagone, indispensabili per la regolazione dei livelli di zucchero nel sangue, ed emette enzimi digestivi (ad esempio, la tripsina) che facilitano la digestione e l’assorbimento dei nutrienti.

Il pancreas svolge quindi un’azione molto importante, sia per la regolazione metabolica che per il processo digestivo. Le sue funzioni endocrine (che secernano ormoni) ed esocrine (che secernono i loro liquidi nelle cavità del corpo) sono essenziali per mantenere l’equilibrio energetico dell’organismo.

Cosa sappiamo del cancro al pancreas

Il pancreas è diviso in tre parti – testa, corpo e coda – e la localizzazione del tumore in una di queste tre sezioni influisce sul tipo di cancro. Circa il 70% dei tumori del pancreas origina nella testa dell’organo e prende il nome di ‘adenocarcinoma duttale’, poichè le cellule tumorali provengono dall’epitelio (un tipo di tessuto che ricopre le suoerfici interne ed esterne del corpo) dei dotti pancreatici. Esiste anche una minoranza di tumori neuroendocrini, che hanno origine dalle cellule delle ‘isole di Langerhans’, ovvero degli agglomerati di cellule altamente vascolarizzati e deputati alla secrezione ormonale.

Il tumore al pancreas è particolarmente temuta a causa della sua elevata mortalità: il tasso di sopravvivenza è basso, con percentuali al primo anno che si attestano intorno al 34-37% e a cinque anni intorno al 11-12% per uomini e donne.

Storicamente, il tumore pancreatico colpiva in misura maggiore gli uomini, soprattutto a causa del maggiore consumo di sigarette. Tuttavia, con l’evoluzione delle abitudini, anche le donne, in particolar modo nelle fasce più avanzate dell’età, stanno registrando un aumento dei casi.

Fattori di rischio

Sono diversi i fattori che aumentano il rischio di sviluppare un tumore del pancreas. La maggior parte dei casi si manifesta tra i 50 e gli 80 anni, sono rari i casi al di sotto dei 40 anni. Ecco le condizioni che rendono le persone più esposte al cancro del pancreas: 

  • Fumo: i fumatori hanno un rischio doppio rispetto a chi non fuma. Eliminare il fumo potrebbe ridurre significativamente i decessi correlati.
  • Predisposizione genetica: le mutazioni in geni specifici – come quelli legati al cancro della mammella, dell’ovaio, sindrome di Lynch e Peutz-Jeghers, e la pancreatite familiare – aumentano il rischio.
  • Fattori ambientali e stili di vita: l’abuso di alcol, l’eccessivo consumo di caffè, la sedentarietà, l’esposizione a solventi industriali o agricoli e una dieta ricca di grassi e proteine animali possono contribuire all’insorgenza della malattia.
  • Obesità e storia familiare: la presenza di casi di tumore del pancreas o di altri tumori correlati in famiglia costituisce un ulteriore fattore di rischio.

I sintomi più comuni 

Uno dei maggiori ostacoli nella diagnosi precoce del cancro al pancreas è l’assenza di sintomi specifici nelle fasi iniziali. Quando i sintomi si manifestano, spesso sono vaghi e facilmente fraintendibili, sia dai pazienti sia dai medici. Con l’avanzare della malattia, tuttavia, compaiono segnali più chiari, che possono variare a seconda della localizzazione del tumore. 

Il primo segnale è la perdita di peso e la diminuzione dell’appetito. Poi c’è l’ittero, ovvero quella colorazione gialla di occhi e pelle, indice di possibile ostruzione dei dotti biliari. Nella parte superiore dell’addome o alla schiena può manifestarsi dolore. E ancora, i sintomi gastrointestinali: nausea, vomito e, in alcuni casi, la comparsa del diabete.

Le terapie e le cure possibili 

Il trattamento del cancro al pancreas rappresenta una delle sfide più impegnative in oncologia, soprattutto a causa della diagnosi spesso tardiva. Le opzioni terapeutiche variano dalla chirurgia – ma solo 2 pazienti su 10 possono essere operati con successo – la chemioterapia e radioterapia, trattamenti fondamentali per tutti quei tipi di tumori non operabili. 

Whipple, l’asportazione del pancreas

Solo il 20% dei pazienti presenta una malattia localizzata e può quindi ricorrere all’intervento chirurgico. Per i tumori della testa del pancreas, la procedura Whipple – che comporta l’asportazione in blocco della testa pancreatica, del duodeno, di una parte dello stomaco e della via biliare – rappresenta la soluzione più comune. Nei tumori del corpo e della coda del pancres, viene praticata la ‘distal pancreatectomia’, che spesso prevede l’asportazione della milza.

I trattamenti personalizzati

La ricerca sta facendo passi avantu anche nel campo dei trattamenti personalizzati. Farmaci come gli inibitori tirosin-chinasici e, in presenza di mutazioni specifiche, l’inibitore di PARP, sono già in uso o in fase di sperimentazione. Esistono anche le terapie immunoterapiche: sono in fase di studio e possono migliorare la risposta del sistema immunitario contro il tumore.