Tumore al seno, il bottone che ti lega alla vita

Il 50% delle donne interrompe la terapia ormonale prima del termine. Obiettivo di ’The Life Button’ è migliorare l’aderenza terapeutica

di FRANCA FERRI
20 aprile 2025
Il 50% delle donne interrompe la terapia ormonale prima del termine. Obiettivo di ’The Life Button’ è migliorare l’aderenza terapeutica

Il 50% delle donne interrompe la terapia ormonale prima del termine. Obiettivo di ’The Life Button’ è migliorare l’aderenza terapeutica

Oltre 54mila nuovi casi ogni anno in Italia: il tumore al seno resta la neoplasia più comune tra le donne italiane. È il tumore più studiato, e quello con il tasso di sopravvivenza più alto: 88% a cinque anni dalla diagnosi. Un risultato ottenuto grazie agli screening preventivi, ai progressi nella ricerca e alla possibilità di accedere a farmaci sempre più innovativi e specifici. Come far salire ulteriormente e in modo sensibile questa percentuale? Migliorando molto l’aderenza terapeutica delle pazienti.

Secondo una recente indagine, solo la metà degli italiani sa che seguire con costanza il percorso di cura può ridurre il rischio di recidive e mortalità. Nel caso del cancro al seno, fino al 50% delle donne interrompe il trattamento ormonale prima del tempo, spesso a causa degli effetti collaterali o per mancanza di informazioni. Anche l’impatto psicologico pesa molto sul rispetto delle terapie: nelle pazienti subentra stanchezza e a volte scoraggiamento.

Per incitare le donne a non scostarsi dalla strada intrapresa, Lilly – con il patrocinio di Europa Donna Italia, Fondazione IncontraDonna e Salute Donna ODV – ha lanciato una campagna dal titolo significativo “The Life Button-Il bottone che ti lega alla vita”: è un piccolo bottone di legno dipinto di rosa che, anche grazie a delle frasi emozionali scritte sul retro, vuole essere un promemoria e un incitamento rivolto a pazienti e caregiver, che non devono arrendersi, ma condividere la responsabilità di seguire ogni giorno la terapia con coraggio e costanza.

Presentando la campagna di sensibilizzazione, Grazia Arpino, Professoressa Associata all’Università “Federico II” di Napoli, ha ricordato in sintesi i grandi progressi compiuti negli ultimi decenni contro il cancro della mammella: "Negli anni tanto è stato fatto per la prevenzione di questa neoplasia. Oggi la maggior parte delle donne guarisce in modo definitivo e abbiamo assistito a una riduzione della mortalità del 6% – ha affermato –. Adottare stili di vita sani aumenta la possibilità di vivere più a lungo e in salute, ma l’aderenza terapeutica ha un ruolo fondamentale per prevenire e per diminuire al minimo il rischio di recidiva".

Ad eseminare più dettagliatamente quanto emerge dall’indagine è stata Alessandra Fabi, Direttrice UOSD Medicina di Precisione in Senologia della Fondazione Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” di Roma: "Circa il 43% delle pazienti non aderisce alle cure e, dopo i cinque anni dalla diagnosi, il 30% rifiuta un’estensione al trattamento anti ormonale, che è dedicato alle donne a più alto rischio –, ha spiegato –. Per evitare che si interrompano le terapie, bisogna lavorare molto sulla comunicazione tra medico curante e paziente, instaurando una profonda fiducia reciproca fondata sul confronto costante. Anche i caregiver hanno un ruolo fondamentale, perché devono essere presenti nei momenti di maggiore necessità".

L’aspetto psicologico non è affatto secondario, anzi. "C’è anche un altro fattore da non sottovalutare – ha aggiunto la dottoressa Fabi –. Assumere ogni giorno la pillola della terapia ricorda costantemente alle donne che stanno affrontando una malattia. Quello che raccomando da oncologa è di associare questo gesto a un momento sereno o piacevole per le pazienti. Che sia fare una passeggiata con il cane, vedere il programma preferito in tv o mangiare un cioccolatino, a queste azioni si può combinare l’assunzione della compressa, che quindi diventa parte integrante di un attimo spensierato. In questo modo l’aderenza alla cura sale e soprattutto si riduce progressivamente il rischio di una recidiva".

Al lancio di “The Life Button” non potevano mancare le testimonianze delle associazioni che si occupano da vicino delle necessità e dei bisogni ancora senza risposta delle donne affette da tumore al seno. Anna Maria Mancuso, Presidente Salute Donna ODV, ha sottolineato l’importanza della motivazione che spinge a intraprendere un percorso di cura: "Si tratta di un concetto fondamentale alla cui base c’è il coinvolgimento. Spesso molte donne sospendono o interrompono le terapie perché non sono direttamente coinvolte dal loro medico nel processo terapeutico. Ecco, in questo senso bisogna rendere protagoniste le pazienti. Il coinvolgimento crea motivazione, che a sua volta crea le condizioni per potersi curare".

Il bottone rosa verrà distribuito nei centri oncologici in tutta Italia che aderiranno all’iniziativa per ricordare che ogni giorno conta e che ogni cura seguita è un passo in più verso la vita.

(Nella foto grande, la presentazione della campagna ’The Life Button’)