Screening, arma vincente della prevenzione

Seno, collo dell’utero, colon-retto, prostata: i programmi per la diagnosi precoce funzionano e aumentano la sopravvivenza

di ROBERTO BALDI
20 febbraio 2024

Le raccomandazioni non mancnao: non fumare, dieta sana, mantieni il peso giusto, fai esercizio fisico, no all’alcol, proteggiti dal sole, fai i vaccini contro l’epatite B e l’HPV (papilloma virus). Sono le consegne che ci arrivano nel campo della prevenzione tumori, che nel 2023 rispetto al 2020 sono aumentati di oltre 18.000 casi: da 376.600 nuove diagnosi (194.700 negli uomini e 181.900 nelle donne) a circa 395.000 (208.000 negli uomini e 187.000 nelle donne). Ma a fronte di una crescita relativa soprattutto al periodo Covid, è aumentata la sopravvivenza grazie a una maggiore presa di coscienza per esami preventivi, cure e interventi migliorati per alcune neoplasie.

 

I cinque tumori più frequenti restano sono quelli della mammella (53.500 nuovi casi), colon-retto (49.000), polmone (42.500), prostata (37.000) e vescica (29.700). Acquista ancor più importanza la prevenzione, che si avvale in Italia e in gran parte del mondo occidentale di screening ben definiti e per patologie sospette. Il servizio sanitario nazionale fornisce gratuitamente accertamenti per la diagnosi precoce dei tumori del seno, del collo (cervice) dell’utero, del colon-retto. Nell’età prevista dallo screening ogni paziente riceve una lettera d’invito per accedere al servizio in forma gratuita senza richiesta del medico. In Italia, oggi il 24 % circa delle persone che hanno avuto un tumore ha ricevuto la diagnosi più di 15 anni fa.

 

I programmi di screening per la prevenzione del tumore al seno coinvolgono le donne di età compresa tra 50 e 69 anni. Secondo i dati dell’Osservatorio screening è aumentato il numero delle donne italiane invitate a effettuare una mammografia. La mammografia si esegue ogni 2 anni. Secondo l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), partecipare allo screening organizzato su invito attivo (mammografia biennale nelle donne di 50-69 anni) riduce del 35% la probabilità di morire per cancro della mammella. Per il tumore del collo dell’utero, si effettuano Pap-test o test HPV dai 25 ai 65 anni. A partire dal 2016 è stato introdotto il test HPV come esame primario di screening.

 

Per il sospetto di tumore del colon-retto, si eseguono SOF (ricerca di sangue occulto nelle feci) a partire dai 50 anni ogni 2 anni e la rettosigmoidoscopia che consiste nella visualizzazione diretta, tramite una sottile sonda, dell’ultima parte dell’intestino. Molti altri gli esami da effettuare a seconda dei comparti interessati. Fra i tanti giova ricordare l’esame ematico del PSA per individuare possibile cancro prostatico negli uomini sopra i 45 anni ed altri indagini, che qui sarebbe troppo lungo elencare, La sopravvivenza, secondo le statistiche più recenti, migliora man mano che ci si allontana dal momento della diagnosi.

 

In questo decennio, circa il 5 per cento delle persone in Europa è viva dopo una diagnosi di tumore, e in gran parte ha ricevuto una diagnosi da oltre 5 anni. In Italia, oggi il 24 per cento circa delle persone che hanno avuto un tumore ha ricevuto la diagnosi più di 15 anni fa. È particolarmente estesa la sopravvivenza dopo i 5 anni dalla diagnosi in persone che hanno avuto alcuni tipi di tumore molto comuni nella popolazione, come quelli del seno (88 per cento), del testicolo e della prostata (oltre il 90 per cento). È un percorso che richiede talvolta coraggio e tenacia, ma che ci può consentire una positiva inversione di rotta del male, un nemico insidioso sempre più aggredibile.