Sassolini dolorosi... Coliche renali e possibili complicanze

Coen * Avete mai provato un dolore così forte da togliervi il respiro, localizzato al fianco e irradiato verso l’inguine?...

di DANIELE
18 maggio 2025
Coen * Avete mai provato un dolore così forte da togliervi il respiro, localizzato al fianco e irradiato verso l’inguine?...

Coen * Avete mai provato un dolore così forte da togliervi il respiro, localizzato al fianco e irradiato verso l’inguine?...

Coen *

Avete mai provato un dolore così forte da togliervi il respiro, localizzato al fianco e irradiato verso l’inguine? Potrebbe trattarsi di una colica renale, dovuta al passaggio di un calcolo attraverso le vie urinarie. Spesso il dolore si accompagna a nausea, vomito, sudorazione, agitazione, bisogno frequente di urinare (a volte con difficoltà o bruciore), e presenza di sangue nelle urine (ematuria).

I calcoli renali si formano nei reni quando alcune sostanze, come calcio, ossalato o acido urico, si concentrano e cristallizzano. Le loro dimensioni possono variare da granelli di sabbia a diversi centimetri di diametro. I calcoli più piccoli vengono in genere espulsi spontaneamente, ma quelli più grandi possono bloccarsi lungo il percorso e richiedere un intervento urologico per essere eliminati.

Nel sospetto di una colica renale il medico si trova ad affrontare diversi problemi che, in ordine di importanza, sono:

1. Sedare il dolore del paziente il più velocemente possibile

2. Confermare che ci si trova proprio di fronte ad una colica renale e non a una delle altre patologie (a volte gravi) che possono dare sintomi simili.

3. Accertarsi che il calcolo non stia causando delle complicazioni come infezioni o problemi renali.

Per quanto riguarda la sedazione del dolore, i farmaci più efficaci sono gli antiinfiammatori (FANS) come il diclofenac e il ketorolac, preferibilmente per via intramuscolare o endovenosa. In caso di allergie, controindicazioni, o persistenza del dolore dopo la prima terapia, possono essere utilizzati anche gli oppiacei che però hanno maggiori effetti collaterali. Gli spasmolitici, molto in voga un tempo, hanno scarso effetto e sono stati abbandonati.

La certezza della diagnosi è un aspetto fondamentale, soprattutto in occasione di un primo episodio, perché vi sono altre condizioni renali, intestinali o vascolari che possono mimare i sintomi di una colica renale. La regola è che in Pronto soccorso la diagnosi venga confermata con una ecografia o una TC senza mezzo di contrasto. Di fronte a episodi recidivanti e sempre simili tra di loro, gli esami per immagini non devono essere necessariamente ripetuti ogni volta, ma meritano di essere controllati nel sospetto di possibili complicazioni, come un’infezione renale (pielonefrite), di solito caratterizzata da dolore persistente e febbre, o una ostruzione completa dell’uretere con dilatazione dei bacinetti e il possibile sviluppo di una insufficienza renale. In questi casi trovano indicazione un’adeguata terapia antibiotica e la rimozione meccanica del calcolo che è spesso possibile fare per via endoscopica.

La buona notizia è che in molti casi è possibile evitare le recidive di questa dolorosa sintomatologia. Bere adeguatamente (1,5-2 litri al giorno) è un primo passo, semplice ma fondamentale. Quando sia possibile identificare la natura chimica del calcolo, con l’esame delle urine o l’analisi di un calcolo espulso, il medico potrà inoltre consigliare, a seconda dei casi, alcune restrizioni dietetiche, l’alcalinizzazione delle urine, o la terapia delle eventuali condizioni patologiche sottostanti.

* medico d’urgenza,

già Direttore del Pronto

soccorso dell’ospedale

Niguarda di Milano