Radiologia medica: il futuro è nell’innovazione

Intelligenza Artificiale e altre tecnologie avanzate permettono diagnosi immediate, personalizzazione delle cure e migliore qualità di vita

di MARINA SANTIN
29 giugno 2024

 

Meno radiaizoni, esami più accurati

“Nella fase diagnostica – sottolinea Giovagnoni – le nuove tecnologie sono utilissime per rendere
 più rapida l’individuazione del migliore esame per il paziente, 
che sia tac, rx o risonanza magnetica, inoltre, nella loro esecuzione,
 oltre a rendere il tutto più veloce, apportano una maggiore 
sicurezza e una diminuzione delle radiazioni, perché i sistemi
 determinano la giusta dose da irradiare basandosi sulle
 caratteristiche dei pazienti, età, quesito clinico. Sono anche 
in grado di migliorare la definizione delle immagini anche a
basse dosi”.

Lo sviluppo eccezionale della radiologia medica, inimmaginabile solo qualche anno fa, non solo incide positivamente sulla qualità di vita 
dei pazienti ma ha ricadute concrete, permettendo una più rapida 
individuazione dei tumori, l’utilizzo di una minore dose di radiazioni durante le radiografie e la riduzione dei tempi di attesa nei pronto 
soccorso. “Queste innovazioni – puntualizza Giovagnoni – sono estremamente utili in oncologia,
 perché con l’avvento della medicina personalizzata riusciamo a 
ottenere tramite i software informazioni che prima si potevano 
avere solo con la biopsia. Saranno una rivoluzione anche quando saranno 
implementate nei pronto soccorso: permetteranno un triage più
 rapido, determinando un ordine di priorità secondo i parametri
 vitali dei pazienti, per una gestione maggiormente standardizzata
 che renderà più agevole il flusso di lavoro, riducendo le attese
nei pazienti, oggi spesso ancora molto lunghe”.

 

Gli ambiti di applicazione

 

A sottolineare ulteriormente quanto la sinergia tra nuove tecnologie e radiologia medica sia vantaggiosa, Gianpaolo Carrafiello, presidente
 del 51esimo
Congresso nazionale della Società italiana di radiologia medica e 
interventistica, svoltosi di recente a Milano. “Queste tecnologie – spiega – sono applicabili con grandi
 risultati in tutte tre le fasi della radiologia: la decisione 
dell’esame da svolgere, la sua esecuzione e l’interpretazione dei
 risultati. Dopo l’ultima fase, permettono anche di prevedere quale
sarà la risposta al trattamento per poterla ottimizzare.
 All’interno di questi software è possibile inserire le caratteristiche del paziente perché possano indicare al medico in quale modo eseguire l’esame, con quale mezzo di contrasto e molto 
altro”.

 

Il radiologo diventa clinico

 

Il progresso in ambito medico è fondamentale, ma viene spontaneo porgersi una domanda: tutte queste nuove tecnologie si sostituiranno al medico e alla componente umana alla base del rapporto con il paziente? “Nonostante si possa pensare che la tecnologia riduca il
 rapporto umano, in realtà è esattamente il contrario: questi
 sistemi fanno guadagnare tempo sia al paziente che al radiologo,
tempo che può essere speso nel loro rapporto, nella spiegazione
 di quel che comporta la patologia e nell’ascolto attivo dei
 bisogni della persona. L’intelligenza artificiale – evidenzia Carrafiello – non
 allontana il medico dal paziente, ma lo riavvicina. Il radiologo 
diventa ancora più radiologo clinico, perché ora è il computer a
stare ‘dietro le quinte’. È ovviamente importante ricordare che 
non sostituisce il medico: il software migliora le sue
 prestazioni grazie all’apprendimento, che arriva proprio dallo 
specialista. Un’altra tecnologia estremamente utile sia ai
 pazienti che ai radiologi è la realtà aumentata: come società
scientifica siamo molto impegnati nella formazione dei giovani
 medici, e la visione tridimensionale degli organi può aiutare
tantissimo”.

 

L’intelligenza artificiale si sta anche rivelando una
 preziosa alleata nello sviluppo della radiologia interventistica, un ramo della radiologia in cui non solo si eseguono
diagnosi ma si tratta il paziente. “In questi casi – precisa Carrafiello – utilizziamo
l’imaging per effettuare piccoli interventi, come l’inserimento
di una cannula in un’arteria, e poterci avvalere di questi
 sistemi rende queste operazioni più veloci, sicure e precise”.

 

“I sistemi di intelligenza artificiale, applicati alla nostra 
tecnologia – spiega Chiara Floridi, professore associato
dell’Università Politecnica delle Marche – sono in grado di
 apprendere nozioni e migliorare le performance tecniche d’acquisizione e sicurezza delle prestazioni: in altre parole sono un aiuto alla professione del radiologo. 
Studi estensivi hanno dimostrato la grande utilità
 di questi software, applicati a tac e risonanza magnetica, nel fornire informazioni utili alla anticipazione diagnostica e 
soprattutto alla definizione di nuovi e più precoci criteri sulla a
efficacia dei trattamenti”.