Radiologia medica: il futuro è nell’innovazione
Intelligenza Artificiale e altre tecnologie avanzate permettono diagnosi immediate, personalizzazione delle cure e migliore qualità di vita

Meno radiaizoni, esami più accurati
“Nella fase diagnostica – sottolinea Giovagnoni – le nuove tecnologie sono utilissime per rendere più rapida l’individuazione del migliore esame per il paziente, che sia tac, rx o risonanza magnetica, inoltre, nella loro esecuzione, oltre a rendere il tutto più veloce, apportano una maggiore sicurezza e una diminuzione delle radiazioni, perché i sistemi determinano la giusta dose da irradiare basandosi sulle caratteristiche dei pazienti, età, quesito clinico. Sono anche in grado di migliorare la definizione delle immagini anche a basse dosi”.
Lo sviluppo eccezionale della radiologia medica, inimmaginabile solo qualche anno fa, non solo incide positivamente sulla qualità di vita dei pazienti ma ha ricadute concrete, permettendo una più rapida individuazione dei tumori, l’utilizzo di una minore dose di radiazioni durante le radiografie e la riduzione dei tempi di attesa nei pronto soccorso. “Queste innovazioni – puntualizza Giovagnoni – sono estremamente utili in oncologia, perché con l’avvento della medicina personalizzata riusciamo a ottenere tramite i software informazioni che prima si potevano avere solo con la biopsia. Saranno una rivoluzione anche quando saranno implementate nei pronto soccorso: permetteranno un triage più rapido, determinando un ordine di priorità secondo i parametri vitali dei pazienti, per una gestione maggiormente standardizzata che renderà più agevole il flusso di lavoro, riducendo le attese nei pazienti, oggi spesso ancora molto lunghe”.
Gli ambiti di applicazione
A sottolineare ulteriormente quanto la sinergia tra nuove tecnologie e radiologia medica sia vantaggiosa, Gianpaolo Carrafiello, presidente del 51esimo Congresso nazionale della Società italiana di radiologia medica e interventistica, svoltosi di recente a Milano. “Queste tecnologie – spiega – sono applicabili con grandi risultati in tutte tre le fasi della radiologia: la decisione dell’esame da svolgere, la sua esecuzione e l’interpretazione dei risultati. Dopo l’ultima fase, permettono anche di prevedere quale sarà la risposta al trattamento per poterla ottimizzare. All’interno di questi software è possibile inserire le caratteristiche del paziente perché possano indicare al medico in quale modo eseguire l’esame, con quale mezzo di contrasto e molto altro”.
Il radiologo diventa clinico
Il progresso in ambito medico è fondamentale, ma viene spontaneo porgersi una domanda: tutte queste nuove tecnologie si sostituiranno al medico e alla componente umana alla base del rapporto con il paziente? “Nonostante si possa pensare che la tecnologia riduca il rapporto umano, in realtà è esattamente il contrario: questi sistemi fanno guadagnare tempo sia al paziente che al radiologo, tempo che può essere speso nel loro rapporto, nella spiegazione di quel che comporta la patologia e nell’ascolto attivo dei bisogni della persona. L’intelligenza artificiale – evidenzia Carrafiello – non allontana il medico dal paziente, ma lo riavvicina. Il radiologo diventa ancora più radiologo clinico, perché ora è il computer a stare ‘dietro le quinte’. È ovviamente importante ricordare che non sostituisce il medico: il software migliora le sue prestazioni grazie all’apprendimento, che arriva proprio dallo specialista. Un’altra tecnologia estremamente utile sia ai pazienti che ai radiologi è la realtà aumentata: come società scientifica siamo molto impegnati nella formazione dei giovani medici, e la visione tridimensionale degli organi può aiutare tantissimo”.
L’intelligenza artificiale si sta anche rivelando una preziosa alleata nello sviluppo della radiologia interventistica, un ramo della radiologia in cui non solo si eseguono diagnosi ma si tratta il paziente. “In questi casi – precisa Carrafiello – utilizziamo l’imaging per effettuare piccoli interventi, come l’inserimento di una cannula in un’arteria, e poterci avvalere di questi sistemi rende queste operazioni più veloci, sicure e precise”.
“I sistemi di intelligenza artificiale, applicati alla nostra tecnologia – spiega Chiara Floridi, professore associato dell’Università Politecnica delle Marche – sono in grado di apprendere nozioni e migliorare le performance tecniche d’acquisizione e sicurezza delle prestazioni: in altre parole sono un aiuto alla professione del radiologo. Studi estensivi hanno dimostrato la grande utilità di questi software, applicati a tac e risonanza magnetica, nel fornire informazioni utili alla anticipazione diagnostica e soprattutto alla definizione di nuovi e più precoci criteri sulla a efficacia dei trattamenti”.