Prick test e IgE, poi il vaccino è studiato ’su misura’
Naso chiuso che gocciola, occhi che lacrimano, starnuti, pruriti al naso, agli occhi e talvolta anche al palato. Probabile rinite...
Naso chiuso che gocciola, occhi che lacrimano, starnuti, pruriti al naso, agli occhi e talvolta anche al palato. Probabile rinite allergica? Per saperlo è meglio andare subito dal medico. La strada per arrivare alle cure più opportune e all’eventuale prescrizione dell’immunoterapia specifica passa dal medico di medicina generale che verifica i sintomi e fa l’impegnativa per richiedere una visita specialistica allergologica e i test diagnostici ad hoc.
Gli esami prevedono come fondamentale il “prick test” cutaneo: consiste nel appoggiare una goccia degli allergeni e pungere con una lancetta superficialmente la pelle degli avambracci. Dove per reazione si sviluppa prurito e gonfiore, il classico “pomfo rosso”, significa che c’è la sensibilizzazione all’allergene. In base al diametro del pomfo formatosi, si deduce l’intensità della manifestazione allergica.
Solitamente il paziente viene anche sottoposto a un prelievo del sangue per il dosaggio delle IgE specifiche. Questo esame del sangue misura la quantità di anticorpi IgE specifici per un determinato allergene. I test ematici possono essere utili quando il prick test non è praticabile o quando si sospetta un’allergia a più allergeni. Questo permette all’allergologo di ordinare il vaccino su misura per ogni paziente.
bene ricordare che gli esami per le allergie andrebbero fatti nei periodi privi di fioriture (quindi durante i mesi invernali) e che i cicli vaccinali devono iniziare prima della fioritura delle piante alle quali si è allergici. L’immunoterapia vaccinale dura qualche mese, ma deve essere ripetuta per 3 anni consecutivi. Alla fine, i benefici rimarranno stabili. I vaccini vengono assunti per bocca: alcune gocce o una pastiglia da mettere sotto la lingua al mattino prima di colazione.
M. M. F.