Una penna per la diagnosi precoce del Parkinson: lo studio pilota. Come funziona e quanto è affidabile

Super-tecnologica, ma anche a basso costo e di semplice utilizzo: trasforma i segni della scrittura in segnali elettrici. È stata messa a punto da un team di scienziati della Ucla

di Redazione Salus
7 giugno 2025
Il Parkinson porta inevitabilmente a un'alterazione della calligrafia

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Una penna per la diagnosi precoce del morbo di Parkinson: questo l’innovativo strumento (e per di più a basso costo) ideato da un team di ricercatori dell’Università della California, Los Angeles (UCLA).

In uno studio pilota spiegato in dettaglio sulla rivista Nature Chemical Engineering, la penna ha dimostrato di avere un’altissima affidabilità diagnostica e apre nuove prospettive per l’identificazione tempestiva della malattia, soprattutto in contesti a bassa disponibilità di risorse mediche.

Come funziona la penna diagnostica

Il Parkinson è una patologia neurodegenerativa che colpisce il sistema motorio, causando tremori, rigidità e rallentamento nei movimenti. Uno degli effetti più evidenti è l’alterazione della scrittura manuale, che diventa meno fluida e più tremolante. Da qui è nata l’idea degli scienziati americani: trasformando i movimenti della scrittura in segnali elettrici misurabili, la penna diagnostica permette di rilevare in modo diretto e oggettivo i sintomi motori tipici del Parkinson.

Il cuore tecnologico della penna è un sistema meccano-magnetico estremamente ingegnoso: la punta in silicone è integrata con particelle magnetiche e funziona in combinazione con un serbatoio di inchiostro ferrofluido, anch’esso contenente nanomagneti. Quando la persona scrive, la pressione esercitata deforma la punta e muove l’inchiostro, alterando il flusso magnetico e generando così un voltaggio rilevato da una bobina interna. Questo meccanismo permette di catturare i segnali motori in tempo reale, che vengono poi analizzati da modelli di intelligenza artificiale per arrivare appunto a una diagnosi finale.

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Affidabile quasi al 100%

Il progetto pilota per testare la penna diagnostica ha coinvolto 16 partecipanti presso l’UCLA Medical Center, di cui tre affetti da Parkinson, i cui dati sono stati raccolti ed elaborati da vari modelli di classificazione automatica, che hanno portato a identificare la presenza della malattia con un’affidabilità del 96,22%. Secondo i ricercatori di UCLA, la penna da loro messa a punto può risultare un’arma vincente per favorire la diagnosi precoce a bassi costi e in ogni contesto: compatta, semplice da utilizzare e facilmente trasportabile, è infatti anche ideale per effettuare screening in aree remote e in assenza di specialisti.

Con ulteriori studi su campioni più ampi, la penna potrebbe poi non solo facilitare la diagnosi precoce, ma anche offrire un sistema continuo di monitoraggio dei sintomi, aiutando a personalizzare le terapie e a valutare l’evoluzione della malattia in modo oggettivo e quantitativo.

L’importanza di scoprire subito il Parkinson

Si stima che a livello mondiale siano circa 6,5 milioni i malati di Parkinson, con il numero che secondo gli studiosi è destinato almeno a raddoppiarsi da qui al 2050. In Italia si contano oggi circa 300 mila pazienti, il 10% dei quali sotto i 50 anni, e con un rapporto di 1,5 tra uomini e donne.

In assenza di una cura risolutiva, la diagnosi precoce rimane la prima arma per riuscire a tenere sotto controllo con mirate cure farmacologiche questa malattia degenerativa e altamente debilitante, che può anche compromettere la sfera mentale causando depressione e difficoltà cognitive.

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