Parto in casa solo con gravidanza a basso rischio

La Federazione nazionale degli Ordini della professione Ostetrica (Fnopo) richiama l’attenzione sul parto a domicilio, "una pratica che, seppur ancora...

di Redazione Salus
15 giugno 2025

La Federazione nazionale degli Ordini della professione Ostetrica (Fnopo) richiama l’attenzione sul parto a domicilio, "una pratica che, seppur ancora poco diffusa in Italia, resta una valida opzione per le donne con gravidanza a basso rischio". Secondo i dati del Cedap (Certificato di assistenza al Parto), "nel 2020 circa lo 0,12% delle donne italiane ha partorito in casa. Nel 2021 si è saliti allo 0,15%. Questo dato segnala l’interesse crescente verso un approccio diverso al percorso nascita: "Il parto domiciliare – chiarisce Silvia Vaccari, presidente della Fnopo – è riservato a gravidanze considerate a basso rischio. Non possono accedervi donne con precedenti cesarei, patologie materne importanti come preeclampsia o cardiopatie, gemellarità, placenta anomala o difetti fetali che potrebbero richiedere assistenza specialistica immediata. Solo in presenza di gravidanza singola, presentazione cefalica e assenza di complicanze si può procedere, dopo valutazione specialistica, anche quando si riscontrano condizioni quali diabete gestazionale o streptococco B".

La normativa richiede che la donna che sceglie il parto a domicilio sia assistita da almeno due ostetriche libere professioniste, dotate di formazione in rianimazione neonatale e con esperienza specifica nel setting domestico.