Papilloma, esistono 200 varianti del virus. L’esperta: “Può colpire anche gli uomini”
La situazione in Italia e le soluzioni più innovative contro l’HPV. Le nuove frontiere per frenare i contagi e studiare nuovi vaccini con una copertira ad ampio spettro

Le nuove frontiere della ricerca nel papilloma
L’HPV, o Papilloma Virus umano, è l’infezione a trasmissione sessuale più diffusa a livello globale e si stima che circa l’80% delle donne sessualmente attive si infetti nel corso della vita. Inoltre, a oggi sono note oltre 200 varianti del virus, di cui 14 ad alto rischio, potenzialmente responsabili del tumore alla cervice uterina e di altri tipi di cancro, non solo femminile e non solo dell’appartato genitale.
È importante ricordare che la lotta contro l’‘HPV si basa sulla vaccinazione, sullo screening e sull’adozione di determinati comportamenti.
La situazione in Italia
Gli strumenti di screening sono sempre più diffusi e fondamentali per la prevenzione del tumore alla cervice uterina. Nel biennio 2021-22 in Italia il 78% delle donne ha svolto il pap-test o un test molecolare per rilevare il DNA dell’HPV con una prevalenza dell’infezione nella popolazione femminile che varia tra il 7-16%.
Il vaccino ha rappresentato una svolta nella prevenzione dei tumori correlati a HPV ma in Italia la copertura vaccinale è ancora al di sotto dell’obiettivo del 90% degli adolescenti vaccinati entro il 2030 prefissato dall’OMS e dallo Europe’s Beating Cancer Plan della Commissione Europea.
In generale, sono 3,9 milioni le persone, uomini e donne, vaccinate nel nostro paese. “Sebbene negli ultimi anni abbia mostrato miglioramenti, in Italia la copertura vaccinale contro l’HPV rimane al di sotto degli obiettivi prefissati dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV)”, ricorda Bruna Marini, fondatrice di Ulisse Biomed, healthcare biotech company che opera nei settori della diagnostica, della teranostica e della terapeutica. Nonostante il vaccino sia sicuro, efficace e raccomandato, ancora pochi vi ricorrono.
“Le motivazioni sono di natura organizzativa, culturale, comunicativa e sociale - sottolinea Marini - Innanzitutto vi è una scarsa percezione del rischio, l’HPV è visto soprattutto come un problema femminile, legato al tumore della cervice, mentre può colpire anche gli uomini e, nella sua variante ad alto rischio, originare carcinomi orofaringei, anali, penieni e condilomi”. Inoltre, prosegue “In pochi sanno che il vaccino è particolarmente efficace se somministrato prima dell’inizio dell’attività sessuale, a 11-12 anni. In Italia poi, l’educazione sessuale resta ancora un tabù e questo genera anche confusione tra HPV e altre malattie sessualmente trasmissibili, ancora oggi stigmatizzate”.
Presente e futuro dello screening
Il pap test è stato il primo test utilizzato per lo screening per il tumore alla cervice uterina nella popolazione femminile. Si tratta di un’analisi citologica delle cellule della cervice uterina per determinare la presenza di una lesione precancerosa.
“Il pap test ha contribuito a salvare milioni di vite in tutto il mondo - dichiara Marini - ma resta uno strumento inventato negli anni ‘40 che oggi presenta vari limiti. Di recente sono stati introdotti i test molecolari per rilevare il DNA dell’HPV e in futuro ulteriori progressi arriveranno dall’applicazione dell’AI alla diagnostica che permetterà di migliorare la prevenzione dell'HPV, con applicazioni che spaziano dal supporto decisionale ai medici alla personalizzazione dei protocolli di screening”.
Autoprelievo: la prossima frontiera contro l’HPV
Una soluzione emergente all’interno dei programmi di screening è l’autoprelievo. Recenti studi riportano che è in grado di aumentare la percentuale di soggetti testati e, dal punto di vista del paziente, è meglio accettato in quanto garantisce intimità e comfort.
“Ma è essenziale - dichiara Marini, spiegando che Ulisse Biomed ha sviluppato un test dell’HPV in autoprelievo che soddisfa i requisiti richiesti - che sia validato appositamente per questo tipo di campione per evitare possibili inesattezze”.
Le mosse fondamentali per abbassare i contagi
Educazione sessuale nelle scuole e azioni informative che coinvolgano i professionisti sanitari sono tappe fondamentali per una società più consapevole dei rischi dell’HPV. Rafforzare la campagna di vaccinazione (che include anche i giovani maschi, come previsto dal programma vaccinale anti-HPV) è inoltre l’obiettivo attorno al quale l’Italia ha portato avanti il suo Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2023-2025.
Tuttavia, a oggi, il vaccino è sviluppato contro solo sette ceppi ad alto rischio e per questo, la ricerca si sta concentrando su nuovi ceppi e sullo sviluppo di test per altre tipologie di tumori, come quelli testa-collo, per cui sono necessari screening orali. Il team di ricerca di Ulisse Biomed ad esempio, sta sviluppando nuovi test legati alla salute femminile. Recenti studi, hanno mostrato un’associazione tra specifiche condizioni del microbiota vaginale e l’infezione da HPV.