Acido Linoleico e Omega-6: alleati della salute o rischio per il cancro al seno?
L’ultima scoperta scientifica apre nuovi interrogatori su questi grassi essenziali. Ecco perché possono attivare la crescita di cellule tumorali nel triplice negativo e nel tumore alla prostata

Gli omega 6 possono favorire la crescita delle cellule tumorali nel triplice negativo al seno
Lo si vede spesso sugli scaffali come integratore e non dovrebbe mai mancare nella dieta. È l'acido linoleico, un acido grasso essenziale, ovvero indispensabile per mantenere in salute l’organismo, che fa parte della famiglia degli Omega-6.
Presente in alcuni tipi di oli come quello di soia, di cartamo, di girasole e di mais, ma anche nella frutta secca, nel germe di grano, nella carne di maiale e nelle uova, ha molteplici proprietà. Promuove la crescita cellulare, è coinvolto nella sintesi di alcune molecole implicate in processi come la coagulazione del sangue e la mediazione della risposta infiammatoria e tiene sotto controllo i livelli di colesterolo.
Fondamentale non farselo mai mancare, tranne in un caso ben specifico. Un nuovo studio preclinico condotto dai ricercatori della ‘Weill Cornell Medicine’ di New York, ha rivelato che favorisce la crescita del cancro al seno triplo negativo, il sottotipo di cancro mammario più mortale e particolarmente aggressivo che non ha recettori per estrogeni, progesterone e HER2. Con effetti anche sul cancro alla prostata. Una scoperta che potrebbe portare a nuove strategie dietetiche e farmaceutiche per il suo trattamento.
La scoperta
Nello studio, pubblicato su Science, i ricercatori hanno scoperto che l'acido linoleico può attivare nelle cellule tumorali un importante percorso di crescita sensibile ai nutrienti, chiamato mTORC1, legandosi a una proteina chiamata FABP5.
Confrontando i sottotipi di cancro al seno, è stato però osservato che questa attivazione si verifica nelle cellule tumorali triplo negativo, dove le FABP5 sono particolarmente abbondanti, ma non negli altri sottotipi sensibili agli ormoni.
"Questa scoperta aiuta a chiarire la relazione tra grassi alimentari e cancro e permette di individuare quali pazienti potrebbero trarre i maggiori benefici da specifiche raccomandazioni nutrizionali personalizzate”, spiega l'autore principale dello studio, il dottor John Blenis, professore di ricerca sul cancro presso l'Anna-Maria and Stephen Kellen Department of Cancer Research e membro del Sandra and Edward Meyer Cancer Center presso la Weill Cornell Medicine.
Perché attiva la crescita delle cellule tumorali
I ricercatori hanno visto che l'acido linoleico attiva effettivamente mTORC1 sia nei modelli cellulari di tumore al seno sia nei topi malati, ma solo nel sottotipo triplo negativo. Questo effetto specifico si verifica perché l'acido grasso polinsaturo forma un complesso con FABP5 - che viene prodotto ad alti livelli in questo sottotipo tumorale ma non in altri sottotipi - portando all'attivazione di mTORC1, un importante regolatore del metabolismo cellulare e della crescita delle cellule tumorali.
Sottoponendo i topi affetti da cancro al seno triplo negativo a una dieta ricca di acido linoleico sono aumentati infatti i livelli di FABP5, l'attivazione di mTORC1 e la crescita del tumore. Parallelamente, i ricercatori hanno riscontrato un aumento di FABP5 e di acido linoleico nei tumori e nei campioni di sangue di pazienti a cui era stato diagnosticato un cancro al seno triplo negativo.
Un biomarcatore promettente
Questo studio è il primo a individuare un meccanismo specifico attraverso il quale questo comune ingrediente influenza la malattia e a dimostrare che può avere un ruolo significativo nel cancro al seno, sebbene in un contesto mirato e definito.
La scoperta dell’importanza del FABP5 in questo processo suggerisce, inoltre, che potrebbe essere un buon biomarcatore per guidare interventi nutrizionali e terapeutici più personalizzati per le pazienti con cancro al seno triplo negativo, che attualmente manca di qualsiasi terapia mirata.
Stesso effetto sui tumori alla prostata
I ricercatori hanno appena iniziato a studiare gli effetti della segnalazione Oamega-6-FABP5-mTORC1 in altre malattie, ma nello studio hanno dimostrato che ha lo stesso effetto anche su alcuni sottotipi di cancro alla prostata, aumentandone la crescita.
"Potrebbe esserci un ruolo più ampio per la segnalazione FABP5-mTORC1 in altri tipi di cancro e persino in comuni malattie croniche come obesità e diabete", sottolinea il primo autore dello studio, il dottor Nikos Koundouros, ricercatore associato post-dottorato nel laboratorio Blenis.