Non tutti i nei vengono per nuocere

La maggior parte delle neoformazioni della pelle sono di natura benigna. Ma tenerle controllate è essenziale

di ANTONIO ALFANO
20 giugno 2021

Nei, lentiggini, verruche, piccoli angiomi e altre lesioni benigne della pelle, spesso preoccupano più del dovuto. Alcune, come le macchie cutanee senili, sono legate all’età, altre sono virali o di origine genetica. In molti casi si traducono in un fastidioso problema estetico.

 

«Le cellule della pelle e il tessuto sottostante – sostiene Denise M. Aaron, docente di Dermatologia presso la scuola di Medicina nell’università di Dartmouth, USA – spesso si raccolgono insieme e provocare l’insorgenza di queste neoformazioni. Queste formazioni anomale appaiono rialzate o piatte, con una colorazione che varia dal marrone scuro o nero al color pelle o rosso. Possono essere presenti alla nascita o svilupparsi successivamente. Si può dire che la maggior parte delle neoformazioni cutanee di cui parliamo è di natura benigna. Per essere più sicuri e tranquilli, in caso di dubbio, è sempre meglio rivolgersi al medico proprio per escludere complicazioni o eventi più gravi». Tra le neoformazioni più diffuse figurano i nevi o nei, come si dice comunemente. Si tratta di piccole escrescenze cutanee, solitamente di colore scuro e che derivano da alcune particolari cellule, i melanociti, che sono deputate alla produzione della melanina, pigmenti della pelle. «I nei o nevi, tumori melanocitici di natura benigna – afferma Jean Jeaque Grob, Coordinatore del Servizio di Dermatologia e Venereologia e cancerologia cutanea dell’Università di Marsiglia – spesso si presentano come piccole macchie marroni o nere piatte. Ogni persona ne porta da pochi a più di cento. La maggior parte dei nevi compare durante l’infanzia, ma il loro numero finale dipende dalla genetica familiare e dall’esposizione al sole, soprattutto quella che si è verificata nei primi decenni di vita. Alcuni nei, durante gli anni in molti casi scompaiono e successivamente ne possono apparire di nuovi».

 

La preoccupazione maggior da parte dei più è che un neo benigno possa trasformarsi in un tumore maligno. «La trasformazione di un nevo – chiarisce Caroline Gaudy-Marqueste, Coordinatore del Servizio di Dermatologia e Venereologia e cancerologia cutanea dell’Università di Marsiglia – è un evento eccezionale. Ci sono un gran numero di nevi in ogni persona (da poche unità a oltre 100) ma solo una persona su 10.000 sviluppa il melanoma ogni anno. Il tasso di trasformazione è stato stimato tra 1/20.000 sia per gli uomini che per le donne».

 

Collegate con i melanociti ci sono anche altre neoformazioni cutanee molto note e diffuse, le lentiggini o efelidi. «Parliamo – afferma Denise M. Aaron di Dartmouth – di piccole macchie piatte di colore olivastro che appaiono a causa delle radiazioni ultraviolette e tendono a raggrupparsi in gran numero. Sono dovute ad un numero normale di melanociti che però producono una quantità anormala di pigmento. Esse si scuriscono con l’esposizione al sole e si schiariscono o scompaiono quando l’esposizione cessa. A differenza dei nei, le lentiggini tendono a divenire più scure quando l’esposizione ai raggi solari cresce, e più chiare quando l’esposizione diminuisce ». Altre neoformazioni della pelle molto diffuse ed ampiamente conosciute sono le verruche, piccole lesioni della pelle, escrescenze rialzate o piatte, solitamente benigne, spesso molto fastidiose e contagiose. L’affezione è originata da un virus, quello del papilloma umano (HPV Human Papilloma Virus). «Nella maggior parte dei casi – sostiene James G. H. Dinulos, professore di chirurgia dermatologica presso la Geisel School of Medicine at Dartmouth USA – le verruche non sono pericolose, ma possono essere molto fastidiose. Le eccezioni sono rappresentate da alcuni tipi di verruche genitali che sono dovute a tipi di HPV in grado di causare il tumore della bocca, della gola o dei genitali». Una particolare attenzione alle verruche deve essere prevista da parte dalle persone che soffrono di diabete e problemi circolatori, in quanto è possibile il rischio di formazione di ulcere o infezioni che, come si sa, diventano poi una ulteriore complicazione, delicata da trattare.