L’intervento al cuore di Mattarella: cos’è il pacemaker e quanto dura la convalescenza
A corsa serve il dispositivo installato al Capo dello Stato, operato all’ospedale Santo Spirito di Roma. Come funziona, quanto dura l’intervento e una curisoità: la batteria può essere sostituita?

Il presidente Sergio Mattarella è stato sottoposto all'impianto di pacemaker
Roma, 16 aprile 2025 – È stato eseguito l’impianto di pacemaker al presidente Sergio Mattarella, operato ieri sera all’Ospedale Santo Spirito di Roma con un intervento programmato da tempo. Mentre il Quirinale assicura che le condizioni di Mattarella non destano preoccupazioni, in tanti si chiedono cosa comporti l’impianto e cos’è il pacemaker. Ecco come si installa e quanto dura la convalescenza.
Cos’è il pacemaker (e cosa significa in italiano)
Il pacemaker cardiaco – che in italiano può essere tradotto come un ‘generatore di ritmo’ (cardiaco) – è un piccolo dispositivo elettronico che permette di controllare le anomalie del ritmo cardiaco. Posizionato nel torace, una volta collegato al cuore regolarizza il ritmo per prevenire eventuali rischi di infarto o sofferenza. Il pacemaker normalizza le contrazione del cuore, che tutti chiamiamo battiti cardiaci, nel caso il cuore sia troppo lento, e quindi è bradicardico, oppure se il ritmo è troppo veloce o irregolare.
E questo perché in condizioni normali, il ritmo cardiaco a risposo si attesta tra i 60 e i 100 battiti al minuto, ogni battito corrisponde a una contrazione del cuore. Mantenere questo ritmo – che in termini medici si chiama sinusale – è molto importante per assicurare una corretta irrorazione sanguigna dei vari organi del corpo.
Il dispositivo è realizzato con un materiale biocompatibile: viene impiantato sottopelle ed è grande soltanto pochi centimetri. Il funzionamento è garantito da una batteria che dura tra i 7 e i 10 anni.
Quando è necessario installare il pacemaker
“Il pacemaker è una soluzione che si rende necessaria nei casi in cui siano presenti sintomi, come per esempio una transitoria perdita di conoscenza o stanchezza, causati da frequenza cardiaca eccessivamente bassa, la bradicardia, o da interruzioni nel regolare battito cardiaco”, spiegano sul sito gli esperti del Policlinico Gemelli.
“È un apparecchio elettronico impiantato sotto la pelle a livello del torace – continuano - che tramite elettrocateteri trasmette piccole scariche elettriche alle camere cardiache, ‘attivando’ il battito cardiaco quando esso non si attiva spontaneamente”.
Come si installa
L’installazione del pacemaker richiede un intervento chirurgico della durata di qualche ora, durante il quale il paziente rimane solitamente cosciente. Una volta posizionato nel torace, viene collegato al miocardio, il muscolo cardiaco, tramite cateteri che vengono introdotti nel corpo attraverso le vene del torace.
Il pacemaker viene collegato a elettrocateteri che vengono direzionati verso il cuore attraverso le vene che si trovano nella zona di incisione. Una volta inseriti nelle vene, gli elettrocateteri vengono portati verso le camere cardiache e posizionati nel punto in cui si ottengono i migliori parametri di funzionalità elettrica. Questa manovra viene guidata con la fluoroscopia (i raggi x). Successivamente gli elettrocateteri vengono fissati al cuore e collegati al pacemaker, che a quel punto viene impostato in base al risultato che si vuole ottenere sul ritmo cardiaco.
Quando dura l’intervento
Ormai si tratta di un intervento di routine, tant’è che solitamente viene eseguito in anestesia locale. Il cardiochirurgi fa piccola incisione nella parte alta del petto per permetterne l’inserimento, creando una specie di tasca.
L’intervento può durare tra i 45 e i 90 minuti, al termine dei quali l’incisione toracica viene richiusa utilizzando dei fili di sutura riassorbibili, salvo altre necessità dovute alla situazione del paziente.
La convalescenza
L’impianto di pacemaker si esegue durante un breve ricovero che, in base alle condizioni cliniche e alla risposta fisiologica del paziente, può essere lampo e può durate 3 o 4 giorni al massimo.
Subito dopo l'intervento, il paziente deve restare a letto per circa 6 ore – Mattarella è rimasto a riposo per tutta la notte –dopodiché viene eseguita una radiografia del torace per controllare il corretto funzionamento del pacemaker.
Salvo complicazioni, il paziente normalmente può essere dimesso già il giorno successivo all’operazione. La convalescenza è quindi brevissima, il paziente può tornare a casa e riprendere rapidamente le attività quotidiane.
Visite di controllo
"Il chirurgo – spiegano dal Gemelli – a seguito dell’impianto, indica le successive visite di controllo in base alla condizione clinica del paziente. Normalmente il primo controllo viene effettuato a distanza di circa un mese dall’impianto. La frequenza dei controlli, normalmente 1-2 volte l'anno, è dettata dalle caratteristiche cliniche del paziente”.
La data di ogni controllo viene programmata al termine della visita precedente.
La batteria deve essere sostituita?
La batteria ha una lunga durata, che normalmente si attesta tra i 7 e i 10 anni. Trascorso questo periodo, viene programmata la sostituzione del pacemaker e non della batteria. I dispositivi più moderni consentono anche l’esecuzione di esami radiologici prima ritenuti controindicati nei portatori di pacemaker, come ad esempio la risonanza magnetica.