I traguardi incredibili della neurochirurgia
Il dottor Sturiale (Ospedale Bellaria, Bologna): "Robotica e diagnostica all’avanguardia: così curiamo patologie complesse con successo"

Il dottor Sturiale (Ospedale Bellaria, Bologna): "Robotica e diagnostica all’avanguardia: così curiamo patologie complesse con successo"
Tecnologie che aiutano i neurochirurghi in sala operatoria come il microscopio che permette di effettuare, durante un intervento una biopsia con esito immediato, ma anche le patologie sempre più emergenti come tumori, Parkinson ed epilessia. Ne parla Carmelo Sturiale (nella foto a destra), direttore dell’Unità operativa complessa di Neurochirurgia dell’ospedale Bellaria di Bologna.
Dottore, quali sono le novità più importanti, dal punto di vista tecnologico, che aiutano voi e i pazienti?
"Sicuramente la robotica in sala operatoria che utilizziamo già da un paio di anni, soprattutto per il trattamento del Parkinson, dell’epilessia e dei tumori cerebrali. E un nuovo, rivoluzionario, microscopio appena arrivato che ci permetterà di fare esami istologici in tempo reale e migliorerà diagnosi e trattamento dei tumori cerebrali. Strumento fortemente voluto dall’Ausl con la nostra direzione scientifica dell’Irccs. Poi c’è tutta la parte che riguarda la neuroradiologia con tecniche che avanzano sempre di più, come tutta la diagnostica per immagini che fa aumentare ulteriormente la precisione chirurgica".
Quali sono le patologie che affrontate con maggiore frequenza?
"I tumori del cervello che affrontiamo anche con i neuronavigatori, la fluorescenza intraoperatoria, l’ecografia intraoperatoria. E tutto il monitoraggio a garanzia dei pazienti che avanza sempre di più. Ma ci sono anche le malformazioni vascolari emorragiche, l’idrocefalo normoteso, l’epilessia, il Parkinson".
Quelle che invece vi aspettate aumenteranno nei prossimi anni?
"I tumori cerebrali, ma anche l’idrocefalo normoteso ormai considerata una forma di demenza curabile chirurgicamente. In questo ambito siamo leader a livello mondiale. Vedremo sicuramente anche un aumento dei tumori, che interessano tutte le fasce di età. L’idrocefalo, invece, colpisce soprattutto le persone più anziane sulle quali se si interviene con sollecitudine, si può permettere loro di vivere a lungo con funzioni motorie e mentali molto buone. Mentre sulle patologie vascolari si sta avanzando con tecniche che le rendano meno reattive durante l’intervento: si riescono a ottenere risultati che anni fa erano considerati impensabili".
Ce ne altre oltre a queste?
"C’è l’epilessia farmacoresistente, molti pazienti hanno questo problema e qui al Bellaria siamo in grado di trattarla a livello chirurgico e il Parkinson: anche qui abbiamo aumentato la precisione degli interventi. La patologia vascolare rimarrà sempre una delle più importanti, è quella che noi chiamiamo patologia killer, ma possiamo fare sempre di più anche per questa. E cerchiamo di trattarla in modo sempre più preventivo".
Perché, secondo il suo parere, sono in aumento queste malattie?
"L’idrocefalo normoteso viene sempre più diagnosticato in persone che hanno disturbi nel camminare, di incontinenza e cognitivi: ora con la risonanza magnetica capisci subito di cosa si tratta e anche con l’epilessia farmacoresistente di riesce a fare una diagnosi precoce".
Di cosa ha maggiormente bisogno, in questo momento, la Neurochirurgia del Bellaria?
"Come ’anziano’ e storico della Neurochirurgia di Bologna che frequento dal 1979, posso sperare che vengano mantenuti elevati livelli sia assistenziali che di ricerca e che si abbia coscienza che la Neurochirurgia bolognese è un patrimonio non solo della città e della regione, ma anche dell’Italia. Vogliamo conservarla come storicamente si è sempre configurata, cioè una Neurochirurgia costantemente in cerca di miglioramento per i pazienti".