Abuso di alcol, il nemico silenzioso per la nostra salute. L’Oms avverte: “È la causa di 200 malattie”
Giornata mondiale della prevenzione dell’abuso di alcol: le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità per evitare le conseguenze. Il fenomeno dilaga anche tra i giovani: si inizia a bere già a 11 anni

Giornata mondiale della prevenzione per l'abuso di alcol
Ogni 12 secondi nel mondo una persona muore per cause legate all’alcol. È infatti, uno dei principali fattori di rischio di malattia, disabilità e mortalità prematura. Inoltre è la prima sostanza che induce dipendenza con alto impatto sociale, essendo cancerogena, tossica, calorica e spesso associata ad altre dipendenze.
Per sensibilizzare e informare sui pericoli legati al suo consumo, il 18 aprile, è stata istituita la Giornata Mondiale della Prevenzione dell’Abuso di Alcol, un problema che coinvolge un numero sempre crescente di giovani, basti pensare che oltre un milione ragazzi tra gli 11 e 24 anni sono consumatori a rischio.
Alcol e salute: le raccomandazioni Oms
Non esiste un livello consumo di alcol senza effetti sulla salute. Per questo le ultime raccomandazioni dell’Oms invitano a non consumare nessuna bevanda alcolica, perché anche una minima quantità può essere una potenziale minaccia.
Nel suo ultimo rapporto ‘Global status report on alcohol and health and treatment of substance use disorders’, sulle tendenze del consumo di alcol, le stime sulle malattie attribuibili all’alcol e le risposte politiche a livello mondiale, sottolinea infatti, che il consumo di alcol è associato a oltre 200 problemi di salute, tra cui malattie infettive, cancro, disturbi mentali, comportamentali e neurologici, malattie cardiovascolari e gastrointestinali e lesioni a organi e tessuti.
Inoltre, ha stimato che l’eccesso di alcol è legato a circa 2,6 milioni di decessi, ovvero il 4,7 % circa di tutte le morti a livello mondiale. Di queste, il 22% è causato da malattie all’apparato digerente, il 20% da incidenti, il 17,8 % da malattie cardiovascolari o diabete, il 15 % da tumori maligni, il 10,8% da patologie perinatali connesse all’uso di alcol in gravidanza e il 7,7 % a episodi di violenza intenzionale.
Abuso di alcol: le conseguenze
Il consumo eccessivo di alcol ha molteplici conseguenze, differenti per entità e gravità. In primis, interferisce con l’azione di vari farmaci e con il corretto funzionamento del sistema immunitario e del metabolismo delle vitamine, riducendone l’assorbimento (in particolare delle vitamine A, B, D ed E).
Inoltre, apporta calorie ‘vuote’ che non hanno alcuna funzione nell’organismo ma che, non essendo di facile metabolizzazione, possono essere responsabili di malnutrizione o aumento del peso. L’abuso di alcool altera anche le capacità cognitive e l’umore, influisce sulla sessualità (può provocare sterilità e interferire con i livelli di testosterone) e durante la gravidanza, può danneggiare il feto (sindrome fetale alcolica).
Fattore di rischio per molte patologie
Il consumo di alcolici è strettamente legato all’insorgere di numerose patologie con un fattore di rischio che aumenta parallelamente alla quantità di alcolici assunta, all’età e alle precedenti condizioni cliniche. É innanzitutto, dannoso per il fegato, responsabile della metabolizzazione dell'alcol, provocando cirrosi epatica, una condizione irreversibile che ne compromette la funzione, e aumenta il rischio di cancro.
L’alcol infatti, è ritenuto cancerogeno per l’uomo. Aumenta il rischio di cancro alla mammella (+10-20%), all’esofago (+10%) e al fegato (+14-20%). É anche responsabile di problemi cardiovascolari. Può causare ipertensione, e cardiomiopatia alcolica, una condizione che indebolisce il muscolo cardiaco portando a insufficienza cardiaca, e può aumentare il rischio di ictus, trombosi e altre patologie di natura vascolare fino al 20% in più.
Irritando la mucosa dello stomaco può causare gastrite acuta o cronica favorendo l’insorgere di ulcere gastriche e di sanguinamento gastrointestinale. Può anche portare a sviluppare pancreatite e cancro esofageo e gastrico, soprattutto in associazione con il fumo.
Anche il sistema nervoso non è indenne e gli effetti dell’eccesso di alcol possono essere davvero preoccupanti. Può provocare danni neurologici con problemi di memoria, difficoltà di coordinazione e alterazioni cognitive e, nei casi più gravi, essere responsabile dell'encefalopatia di Wernicke e della sindrome di Korsakoff, due condizioni caratterizzate da confusione, atassia e alterazioni della memoria.
Uno studio dimostra le lesioni celebrali legate all’alcol
Uno studio condotto dai ricercatori dell’University of Sao Paulo Medical School in Brasile e pubblicato di recente su Neurology, la rivista dell'American Academy of Neurology, ha evidenziato che consumare otto o più drink alcolici a settimana aumenta significativamente il rischio un particolare tipo di lesione cerebrale: l’arteriolosclerosi ialina, una condizione che colpisce le arteriole e le piccole arterie provocandone l’indurimento, l’ispessimento e la perdita di elasticità delle pareti.
Le conseguenze sono il blocco del flusso sanguigno al cervello e l’ischemia diffusa, responsabili, nel tempo, di lesioni che comportano problemi di memoria e di elaborazione del pensiero. I risultati dello studio, che ha coinvolto 1.781 persone decedute sottoposte ad autopsia celebrale, hanno anche mostrato che i forti bevitori avevano il 133% di probabilità in più di sviluppare lesioni vascolari cerebrali rispetto a chi non beveva, gli ex forti bevitori l'89%, i bevitori moderati il 60%. Inoltre, i forti bevitori e gli ex forti bevitori avevano probabilità maggiori - rispettivamente del 41% e del 31% rispetto a chi non consumava alcol - di sviluppare grovigli di proteina tau, un biomarcatore associato al morbo di Alzheimer, e in media, erano morti 13 anni prima.
Doppio effetto sulla psiche
L'alcol, dal punto di vista psicologico ha un doppio effetto. Aumentando la liberazione di dopamina nel cervello, inizialmente può provocare uno stato di euforia e disinibizione, ma contemporaneamente, inibisce il funzionamento del sistema nervoso centrale e interferisce con i meccanismi che regolano l’umore. Quindi, dopo un iniziale effetto sedativo e ansiolitico, gli stati depressivi peggiorano, le funzioni cognitive e motorie rallentano, la capacità di giudizio si riduce e insorgono problemi di coordinazione, arrivando, in casi estremi, a generare stati di incoscienza o coma etilico.
La situazione in Italia
Nonostante i danni provocati dagli alcolici siano evidenti e noti, in Italia il consumo di alcol negli ultimi 20 anni non è diminuito, anzi. A evidenziarlo, il Rapporto 2025 dell’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità, che sottolinea come il quadro complessivo nel nostro paese sia inadeguato al conseguimento degli Obiettivi di Salute e Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDG) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Evidenti anche le criticità dell’impatto del consumo di bevande alcoliche, oggi improntato a modelli sempre più distanti da quelli di uso moderato e controllato contestuale ai pasti; la costante crescita della diffusione dell’alcol tra le categorie più vulnerabili come minorenni, adolescenti, giovani, donne e popolazione anziana; e l’aumento dei consumi medi pro-capite, in controtendenza rispetto a una riduzione che avrebbe dovuto rappresentare entro il 2025 un target plausibile di sviluppo sostenibile intermedio (-10%), da completare con una riduzione finale del 20% prevista entro il 2030 dalla strategia delle Nazioni Unite.
"Prevenzione insufficiente”
“È evidente la sostanziale ininfluenza dei livelli di prevenzione dell’ultimo decennio sulle frequenze rilevate costantemente elevate, lì dove non in ulteriore aumento, di consumatori a rischio, di binge drinker e di consumatori dannosi, l’elevato ricorso a prestazioni sanitarie, l’incidenza invariata sui livelli di mortalità attribuita al consumo di alcol (prima tra tutte quella legata all’insorgenza di decine di migliaia di casi di cancro) - sottolinea Emanuele Scafato, Direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol e Responsabile del Sistema di Monitoraggio Alcol SISMA, nell’introduzione del Rapporto - In questo quadro gioca un ruolo importante la diffusione estrema di disinformazione non contrastata, che normalizza erroneamente un uso privo di rischi di quantità “moderate” di alcol e che incide profondamente e negativamente sullo sviluppo e sugli esiti di molte malattie e patologie evitabili”.
In Italia si muore per l’alcol: le malattie più frequenti
Venendo ai dati, il 67,3% degli italiani sopra gli 11 anni, ovvero circa 36 milioni di persone, ha consumato almeno una bevanda alcolica. La prevalenza maggiore si registra tra i maschi (77,5%) rispetto alle femmine (57,6% ma in forte aumento rispetto ai dieci anni precedenti), con percentuali di consumatori più elevate nella fascia di età 18-64 anni.
Inoltre, quasi 21 milioni e ottocentomila persone di età superiore a 11 anni hanno consumato aperitivi alcolici, un trend in significativo aumento, e più di 14 milioni e seicentomila della stessa età ha bevuto liquori e superalcolici.
E sono ancora i numeri a mostrarne le conseguenze. Nel 2021 il numero di decessi tra i residenti in Italia di 15 anni e più per patologie totalmente alcol-attribuibili è stato pari a 1.348, di cui il 79,5% maschi e il 20,5% femmine.
Le due patologie che causano il numero maggiore di decessi, sia tra i maschi che tra le femmine, sono le epatopatie alcoliche e le sindromi psicotiche indotte da alcol, che, sommate, causano il 95,5% dei decessi alcol-attribuibili tra i maschi e il 94,6% tra le femmine.