Gemelle siamesi separate al Gaslini: 12 ore di intervento con 50 professionisti. Erano unite da torace e addome

Le due bimbe di 6 mesi sono arrivate in Italia dal Burkina Faso con una missione umanitaria. Una è stata prima operata per una grave forma di idrocefalo. Avevano in comune il fegato e una parte del pericardio. Il racconto dei medici

di Redazione Salus
9 giugno 2025
Due momenti del lungo e delicato intervento sulle gemelle siamesi

Due momenti del lungo e delicato intervento sulle gemelle siamesi

Genova, 9 giugno 2025 – Due gemelle siamesi sono state separate con una delicatissimo intervento durato 12 ore: ci sono voluti 50 professionisti per portare a termine l’operazione. È successo venerdì scorso al Gaslini di Genova. Le due bambine di sei mesi, nate in Burkina Faso nel dicembre 2024, erano unite nella zona di torace e addome e, internamente, condividevano il fegato e parte del pericardio (la membrana che riveste il cuore).

“Attualmente le bambine sono in condizioni cliniche stabili e seguite nel reparto di terapia intensiva dell'Istituto – spiega direttore sanitario dell’ospedale, Raffaele Spiazzi – il loro percorso di cura continua con monitoraggio, supporto nutrizionale, prevenzione delle infezioni e pianificazione della ricostruzione definitiva”. 

Prima di questo difficilissimo intervento di separazione – che ha coinvolto anche i medici degli ospedali San Martino e Villa Scassi di Genova e degli Spedali civili di Brescia – è stato effettuato anche un intervento neurochirurgico su una delle due bambine, affetta da una grave forma di idrocefalo.

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Il viaggio della speranza: dal Burkina Faso all’Italia

Le bimbe sono arrivate in Italia il 20 maggio, grazie all'associazione ‘Una voce per padre Pio’, nell'ambito del programma umanitario sanitario attivato in collaborazione con l'istituto genovese. Il caso è stato seguito anche attraverso il cofinanziamento dell'associazione ‘Patrons of the World's Children Hospitals’ e della Regione Liguria, nell'ambito della normativa nazionale per l'assistenza sanitaria ad alta specializzazione a cittadini stranieri in condizioni di fragilità.

Le due gemelle arrivano dal Centro ospedaliero universitario Tengandogo della capitale del Burkina Faso, Ouagadougou. Il centro ha inviato tre professionisti, un chirurgo e due anestesiste, per assistere all'intervento. La mamma delle due bimbe è accolta dalla Band degli Orsi, onlus che gestisce l'ospitalità per i familiari dei pazienti del Gaslini.

"Il Gaslini ha preso in carico le bambine a partire dal trasporto da Malpensa a Genova – dice Raffaele Spiazzi – dopo un'attenta fase di studio multidisciplinare, simulazioni cliniche e pianificazione logistica, l'intervento si è svolto il 6 giugno ed è durato oltre 12 ore. A essere coinvolti più di 50 professionisti: medici, infermieri, tecnici e operatori sociosanitari del Gaslini, insieme a esperti esterni in chirurgia epatica e plastica ricostruttiva".

Il lungo e complesso intervento 

"Abbiamo separato le due bambine siamesi toraco-onfalopaghe. L'intervento – spiega Girolamo Mattioli, direttore del Dipartimento di Scienze chirurgiche e della Uoc di Chirurgia pediatrica del Gaslini – è consistito in una separazione progressiva del torace e della cavità pericardica, dell'addome e del fegato che era l'unico organo in comune. E infine di tutta la parete addominale e toracica”.

"In terapia intensiva le bimbe sono state preparate, poi trasportate in una sala operatoria e quindi separate. Successivamente – aggiunge – sono state portate in due sale operatorie dove cardiochirurghi, chirurghi pediatrici, epatici, plastici e toracici hanno provveduto al completamento degli interventi".

"Questo intervento – dice l'assessore alla Sanità della Regione Liguria, Massimo Nicolò – dimostra la forza e l'efficacia della nostra rete pubblica nel gestire casi più rari e complessi, grazie alla sinergia tra istituzioni e strutture di altissima specializzazione. Avere l'ospedale Gaslini sul nostro territorio rappresenta un valore straordinario".

"L’intervento è stato un successo clinico, ma ciò che più mi ha emozionato è il valore umano che i nostri professionisti hanno dimostrato. Non solo straordinaria competenza tecnica, ma anche una dedizione fuori dal comune. Questo è il Gaslini: un luogo in cui l'eccellenza clinica si nutre di una straordinaria umanità”, sottolinea il direttore generale, Renato Botti

Le criticità: perché è stato un intervento da record

"Le principali complessità degli aspetti anestesiologici e intensivistici, fondamentali per garantire la stabilità intra-operatoria e il supporto postoperatorio delle bambine – illustra Andrea Moscatelli, direttore del Dipartimento di Emergenza e Accettazione, Anestesia e Terapia intensiva neonatale e pediatrica del Gaslini – hanno riguardato il controllo delle vie aeree, la gestione cardio-respiratoria dei due organismi connessi, la necessità di un monitoraggio continuo e differenziato e la previsione delle variazioni fisiologiche all'atto della separazione Le due bimbe hanno superato bene l'intervento, ora sono seguite costantemente in 7erapia intensiva, per evitare i rischi di complicanze, aiutarle a respirare, controllare il dolore, prevenire le infezioni e portare a termine il percorso di ricostruzione della parete toracica ed addominale”.

Una delle bimbe aveva l’idrocefalo 

"Il percorso clinico - prosegue Mattioli - è stato reso possibile anche grazie a un precedente intervento neurochirurgico eseguito su una delle due bambine per trattare una grave forma di idrocefalo, dall'équipe di neurochirurghi guidati da Gianluca Piatelli, direttore dell'Uoc di Neurochirurgia. Solo in seguito al miglioramento delle condizioni generali si è potuta effettuare la separazione". Attualmente le bambine "sono in condizioni cliniche stabili – riferisce Spiazzi – e seguite nel reparto di terapia intensiva dell'istituto".